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Strauss-Kahn: chiede libertà con braccialetto

(Keystone-ATS) L’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, compare oggi davanti a un giudice di New York per tornare a chiedere la libertà su cauzione. Ma sarà un gran giurì popolare a decidere, domani, se DSK debba essere formalmente incriminato per i sette reati che gli sono contestati, fra cui tentato stupro e sequestro di persona.

L’udienza di oggi è stata chiesta dai legali di Strauss-Kahn per chiedere la liberazione immediata del loro cliente. Si aprirà alle 14:15 (le 20:15 in Svizzera) davanti al giudice Michael J. Obus della Corte Suprema dello Stato di New York, a Manhattan. Fonti della polizia hanno riferito che intorno alle 10:30 (le 16:30 in Svizzera) Strauss-Kahn era già all’interno dell’edificio del tribunale di New York.

Nella richiesta di scarcerazione, presentata dall’avvocato Shawn P. Naunton, si precisa che l’ex capo del Fmi è disposto a versare una cauzione da 1 milione di dollari, a rimanere chiuso in un appartamento di Manhattan, a portare un braccialetto elettronico per consentire alle autorità americane di tenerlo sotto controllo 24 ore su 24. E a “rinunciare volontariamente a qualsivoglia procedura di estradizione” (tra Stati Uniti e Francia non esiste un trattato di estradizione).

La richiesta avanzata dai legali di Strauss-Kahn – riporta il New York Times – è inusuale. Di solito gli accusati avanzano richieste di scarcerazione di questo tipo solo dopo aver appreso di essere stati formalmente incriminati. Nel caso di Dsk, invece, gli avvocati hanno deciso di procedere il più rapidamente possibile.

In base alla procedura penale dello Stato di New York, il loro cliente saprà solo domani, in un’altra udienza, se le accuse nei suoi confronti sono state accolte dal gran giurì. Ma, nel suo interesse, i legali hanno ritenuto comunque opportuno chiedere la scarcerazione immediata prima ancora di conoscere la decisione del gran giurì.

La giuria popolare, dopo aver ascoltato a porte chiuse e in assenza di un giudice i testimoni dell’accusa, ha il potere di votare sulla attendibilità o meno delle accuse. Se la maggioranza del gran giurì, composta da 16 a 23 giurati, ritiene le accuse infondate, l’accusato si presenta in aula e viene immediatamente rilasciato. Se la giuria ritiene invece le accuse fondate, l’accusato si presenta in aula e viene formalmente incriminato.

L’ex capo del Fondo monetario, nel rassegnare le sue dimissioni da direttore generale, ha ribadito la sua innocenza: “respingo nel modo più fermo possibile tutte le accuse che sono state fatte contro di me”.

L’avvocato della presunta vittima, Jaffrey Shapiro, dal canto suo ha ribadito che la sua cliente “ha detto la verità”. È probabile che la cameriera del Sofitel abbia ribadito la sua versione anche davanti al gran giurì, che ieri ha ascoltato a porte chiuse la sua testimonianza.

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