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Strauss-Kahn vince battaglia, accuse senza prove

(Keystone-ATS) Dominique Strauss-Kahn ha con ogni probabilità definitivamente vinto la sua battaglia giudiziaria: nessuno può dimostrare che usufruisse consapevolmente di un sistema di “sfruttamento della prostituzione” nelle sue serate a luci rosse. Le parti civili si ritirano dal processo, pur sottolineando che “resta la condanna morale” per questo “Minotauro”, come l’ha definito uno dei legali delle ex prostitute che lo accusavano.

Il castello è crollato sul suo punto più debole, chiaramente emerso fin dalle udienze della settimana scorsa, quando DSK è comparso alla sbarra: la mancanza di prove che l’imputato fosse a conoscenza che le escort fornite da imprenditori, avvocati e politici interessati alla sua amicizia fossero “a pagamento”.

Gli avvocati, a malincuore, hanno dovuto ammettere che l’ex candidato socialista all’Eliseo è protetto dall’insufficienza degli elementi giudiziari a suo carico, che non possono essere suffragati da prove concrete. Per l’avvocato Maton, il “potente”, “corteggiato e presidenziabile” DSK “non paga, o lo fa raramente, ed è questo che lo salverà in questa vicenda”.

Gli avvocati di una delle associazioni contro la prostituzione, più due delle quattro prostitute che lo accusavano, hanno già da fatto dietrofront rinunciando all’azione civile. Le loro clienti, hanno annunciato i legali, chiedono un euro simbolico di danni e interessi se DSK verrà condannato. E questo – hanno dichiarato – anche “per mettere a tacere alcuni commentatori secondo i quali la motivazione delle presunte vittime era il denaro”.

Con ogni probabilità, già domani per DSK – che nel 2012 chiuse la procedura a suo carico per violenza contro una cameriera del Sofitel di New York con una transazione fra le parti – sarà pronunciato il proscioglimento.

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