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Stretta Ue su hedge fund, sì a nuove regole

(Keystone-ATS) BRUXELLES – Giro di vite in Europa sui fondi speculativi: dopo mesi di trattative e un braccio di ferro tra Londra e Parigi, i ministri dell’Economia dei 27 hanno approvato oggi le nuove regole per hedge fund e private equity che metteranno ordine in un settore che fino ad oggi, secondo Bruxelles, ha agito nell’ombra, indisturbato, senza norme da rispettare. Con la conseguenza, dicono gli analisti, di aver amplificato la crisi finanziaria.
È la prima volta che l’Unione europea vara delle norme per i fondi a rischio: “Sono necessarie e si applicano a strumenti finanziari che fino ad oggi non erano sottoposti a nessun tipo di regolamentazione”, ha detto il ministro dell’Economia belga Didier Reynders, guida di turno della Ue. L’obiettivo, ha precisato, è creare parità di condizioni per tutti i fondi. Sul testo dovrà ora esprimersi il Parlamento europeo, in tempo perché la Ue possa presentarsi con le nuove regole al G20 di Seul (fine novembre).
L’accordo trovato oggi, dopo mesi di complesse trattative, mantiene la proposta iniziale della Commissione Ue di creare un “passaporto europeo” per i fondi dei Paesi terzi, che consentirà loro di operare in tutto il territorio europeo.
I fondi extra-Ue, così come quelli europei, “dovranno meritare il passaporto, che sarà dato solo dopo aver ricevuto le necessarie garanzie sulla gestione del rischio”, ha spiegato il commissario Ue ai Servizi finanziari, Michel Barnier.
E per rassicurare gli Usa, che avevano accusato la Ue di voler adottare norme “protezioniste” sugli hedge fund, Barnier ha precisato che non c’è nulla da temere, perchè “le norme non vogliono fare discriminazioni, sono solo dettate dall’esigenza di regolare un settore che non era mai stato toccato fino ad oggi”.
L’accordo è frutto di un compromesso tra la Gran Bretagna e la Francia. Parigi ha rinunciato all’idea di affidare la gestione dei passaporti Ue all’Esma, l’autorità europea di vigilanza sui mercati che sarà operativa dal prossimo gennaio. L’autorizzazione invece, così come voleva Londra (sede dell’80% dei fondi speculativi stranieri che agiscono nella Ue), sarà prerogativa delle autorità nazionali e l’Esma potrà intervenire solo in situazioni che mettono a rischio l’integrità dei mercati finanziari. Salvo entrare in campo al posto delle autorità nazionali nel 2017, quando ci sarà una revisione della direttiva.
Inoltre, Londra ha spuntato anche un periodo di transizione in cui potrà continuare ad autorizzare tutti i fondi, ma solo sul suo territorio: i passaporti saranno introdotti nel 2013 per i fondi europei e nel 2015 per quelli extra-Ue, ma tra il 2015 e il 2018 un Paese potrà accettare anche fondi a rischio che non rispettano gli standard del passaporto Ue, purché operino solo entro i suoi confini.

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