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Studenti chiedono partecipazione completa a Erasmus+

(Keystone-ATS) Studenti di diverse alte scuole svizzere hanno chiesto oggi in una giornata d’azione che Berna avvii al più presto negoziati con l’Ue per un’adesione completa al programma europeo di mobilità studentesca Erasmus+.

Gli studenti temono altrimenti una perdita di contatto scientifica. “Se la Svizzera non punta presto a un’adesione a Erasmus+ rischia una limitazione ancora maggiore delle possibilità di scambio per gli studenti elvetici”, afferma in una nota Josef Stocker, vice presidente dell’Unione svizzera degli universitari (USU) che ha indetto per oggi una giornata di azione nazionale.

A suo avviso l’adesione a Erasmus+ è “essenziale per la cooperazione internazionale nel settore della formazione” e le organizzazioni giovanili saranno particolarmente penalizzate da una non partecipazione.

Manifestazioni rivendicative sono state organizzate nelle università di Zurigo, Berna, Losanna e Neuchâtel, come pure al Politecnico federale di Zurigo, ha indicato Stocker all’ats.

Gli studenti avanzano tre rivendicazioni concrete: negoziati immediati per aderire a Erasmus+, un’adesione completa e rapida e una soluzione transitoria “adeguata” in vista di quest’ultima.

Nel 2014, in reazione all’esito della votazione popolare del 9 febbraio sull’iniziativa UDC “contro l’immigrazione di massa”, l’Unione europea aveva deciso di sospendere i negoziati per l’adesione al programma “declassando” la Svizzera allo status di Paese terzo. Da allora la Confederazione ha adottato una soluzione transitoria. Essa consente ai giovani svizzeri di approfittare del programma, ma con restrizioni, in particolare un numero limitato di università.

A settembre dello scorso anno il Consiglio federale ha deciso di prolungare la soluzione transitoria sino alla fine del 2017. Dal 2018 la Svizzera dovrebbe di nuovo diventare membro associato a tutti gli effetti. Tuttavia non vi sono al momento trattative al riguardo tra la Confederazione e l’Ue.

All’inizio di febbraio la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (SEFRI) aveva indicato che sta preparando un messaggio al fine di garantire una sicurezza di pianificazione pluriennale anche senza un accordo di piena riammissione. Un annuncio accolto con delusione da università e associazioni giovanili e studentesche.

Per contro la Svizzera è dal primo gennaio di nuovo pienamente associata al programma di ricerca europea Orizzonte 2020 (Horizon 2020), a seguito della decisione del Consiglio federale di ratificare l’accordo di libera circolazione con la Croazia.

Nella Confederazione tra il 1992 e il 2015 sono stati oltre 90 mila gli studenti e gli insegnanti che hanno preso parte al programma di mobilità studentesca dell’Unione europea Erasmus (acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students), diventato Erasmus+ nel 2014.

Stando a cifre fornite da Movetia, l’agenzia nazionale responsabile degli scambi, 40’657 studenti svizzeri hanno frequentato corsi di almeno un semestre in una università o alta scuola di un Paese europeo, mentre le università elvetiche hanno accolto 41’283 giovani. Anche il personale docente può approfittare di questa opportunità. Nel periodo 1997-2015 oltre 8200 insegnanti lo hanno fatto.

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