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Studi medici, no moratoria dannosa per Ticino, Romano

(Keystone-ATS) Il no odierno del Consiglio nazionale alla moratoria è irresponsabile poiché rischia di provocare un’impennata di richieste per l’apertura di nuovi studi medici, specie in Ticino. Lo ha dichiarato oggi all’ats il Consigliere nazionale Marco Romano (PPD/TI).

Per Romano, “se i due deputati leghisti – Roberta Pantani e Lorenzo Quadri, che in settembre avevano approvato la modifica di legge respinta oggi in aula, n.d.r. – invece di votare contro la moratoria, si fossero anche soltanto astenuti, il progetto sarebbe passato”.

Negli anni in cui la moratoria non era in vigore, in Ticino si è assistito a un incremento di nuovi studi medici, la cui sola apertura genera costi elevati per le casse malattia. “È inutile lamentarsi continuamente per l’aumento dei costi sanitari – ha sottolineato Romano – se poi di fronte a misure concrete ci si tira indietro”.

Sull’altro fronte, Roberta Pantani ha giustificato il proprio voto negativo con le indicazioni giunte dal gruppo UDC (cui la Lega appartiene, n.d.r.) e con la volontà di cambiare il sistema attuale, facendo in modo che le casse malattia possano collaborare solo con i dottori di propria scelta. Oggi, tale libertà contrattuale non esiste.

La moratoria, secondo Pantani, avrebbe anche potuto superare lo scoglio parlamentare se non fosse stata inserita nella Legge federale sull’assicurazione malattia di base, o almeno fosse stato specificato un chiaro limite temporale. La Consigliera nazionale di Chiasso non crede in ogni caso che la decisione odierna provocherà un aumento dell’offerta di studi medici in Ticino: “questo rischio potrebbe anche non verificarsi”, ha sottolineato all’ats.

Secondo il capogruppo liberale alle Camere federali, Ignazio Cassis (TI), il problema della densità dei medici non si risolve con provvedimenti “cosmetici”. Per il PLR, la soluzione sta nei prezzi flessibili; una mozione chiede che assicurazioni e medici possano determinare prezzi differenziati a livello regionale.

Secondo la logica della domanda e dell’offerta, in zone con una forte densità dell’offerta, i medici dovrebbero ricevere una remunerazione inferiore per le stesse prestazioni, rispetto a professionisti che lavorano in regioni dove la concorrenza è minore.

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