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Studio: cannabis più richiesto ma meno redditizio della cocaina

In Svizzera hascisc e marijuana sono gli stupefacenti più venduti per quantità, ma hanno un giro d'affari inferiore a quello della cocaina. KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) In Svizzera hascisc e marijuana sono gli stupefacenti più venduti per quantità, ma hanno un giro d’affari inferiore a quello della cocaina. È quanto risulta da uno studio condotto del cantone di Vaud, che ha permesso estrapolazioni a livello nazionale.

Secondo la ricerca – condotta congiuntamente da Dipendenze Svizzera, dall’Istituto di criminologia dell’Università di Losanna e da Unisanté – la quantità di cannabis (hascisc, marijuana e affini) spacciata è da quattro a sette volte superiore a quella di tutti gli altri stupefacenti messi assieme.

Il consumo annuo nel canton Vaud è valutato tra 3,5 e 5,1 tonnellate, equivalente ad oltre 50’000 spinelli fumati ogni giorno. Estrapolando, a livello svizzero il consumo si situerebbe sulle 40-60 tonnellate all’anno. È molto meno delle cento tonnellate spesso citate, sottolineano gli autori della ricerca.

Il mercato vodese della cannabis crea un giro d’affari annuo fra i 32 e i 46 milioni di franchi, con utili per gli spacciatori di 20-30 milioni. Si tratta di cifre inferiori a quelle dello spaccio di cocaina ma nettamente superiori rispetto a eroina, ecstasy e anfetamine.

Secondo le stime pubblicate nel 2018 dei tre istituti, il “fatturato” degli spacciatori vodesi di cocaina è tra i 47 e i 57 milioni di franchi all’anno, per un utile tra i 28 e i 39 milioni.

I ricercatori hanno ora valutato a 340-500 milioni annui il giro d’affari a livello nazionale dello spaccio dei derivati della canapa, con guadagni sui 200-325 milioni.

In particolare lo studio ha rilevato un ritorno dell’hascisc importato (quasi esclusivamente dal Marocco), che era stato soppiantato negli anni ’90 dalla marijuana prodotta localmente. La resina di canapa (hascisc) sta nuovamente occupando un posto non trascurabile: circa il 30% del mercato.

Lo studio mostra poi che il mercato dei derivati della canapa è sostenuto dai consumatori abituali, ossia che ne fanno uso 20 o più giorni al mese. Essi rappresentano meno del 9% di tutti gli utilizzatori ma si fumano la metà della marijuana o dell’hascisc venduti. Si tratta di persone che spendono in media 314 franchi al mese.

Questi studi permettono “di capire molto meglio l’universo in cui vivono i consumatori di droga”, spiega Frank Zobel, vice direttore di Dipendenze Svizzera contattato da Keystone-ATS. Le ricerche, realizzate grazie all’analisi delle acque reflue e con interviste a chi fa uso di stupefacenti e a poliziotti, aiutano anche a “sfatare i clichés” che circolano attorno a questo mercato.

Per quanto riguarda la cannabis, Zobel afferma che “il proibizionismo non funziona molto bene. Bisogna provare qualcos’altro, soprattutto per proteggere meglio i giovani”. Dipendenze Svizzera “è a favore di una regolamentazione intelligente”.

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