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Svezia: accuse a governo, fa cassa vendendo dati dei cittadini

(Keystone-ATS) Vendita di dati personali ad aziende di marketing e di pubblicità, per un valore annuo di oltre 3 milioni di euro. E tutto all’insaputa dei cittadini. La liberale Svezia, secondo il giornale Dagens Nyheter, si macchia del più illiberale dei comportamenti: la sottrazione e la vendita di dati personali di cittadini inconsapevoli, che viola la privacy e serve allo stato per fare cassa.

La denuncia del giornale e di alcune agenzie di stampa è circostanziata: almeno tre agenzie statali, quella per i trasporti, quella delle entrate e il National Board of Student Aid (Csn) cedono i dati personali per ricavare un guadagno che nel caso dell’Agenzia per i Trasporti arriva a toccare i 30 milioni di corone all’anno (circa 3,5 milioni di euro). Una fonte dell’Agenzia si è subito affrettata a spiegare: “Noi abbiamo avuto mandato dal governo per vendere i dati”.

Il giornale spiega che ogni dato riguardante il singolo svedese ‘vale’ due corone e il prezzo diventa minore quanti più dati vengono acquistati. Anna Hornlund, avvocato per l’Ufficio svedese di ispezione sui dati, sostiene che “è assolutamente legittimo chiedere perché le autorità vendano i nostri dati… e non è certo strano essere sorpresi e turbati per questo”.

E aggiunge: “Che le autorità vogliano avere informazioni in base al principio dell’accesso pubblico i dati è un fondamento della democrazia svedese, ma la sistematica vendita di tali informazioni ad aziende di pubblicità è una cosa completamente diversa”.

In Svezia esiste una legge secondo la quale i dati possono essere presi in base al principio del pubblico accesso alle informazioni ufficiali e chi non vuole rientrare nel novero dei cittadini ‘spiati’ deve espressamente farne richiesta. Sempre che ne sia mai venuto a conoscenza.

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