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Svizzera: in futuro esercito più piccolo

(Keystone-ATS) BERNA – Un esercito più piccolo, impiegato soprattutto in compiti di sorveglianza e protezione piuttosto della classica difesa territoriale, ma in grado anche di potenziarsi qualora si delineasse a medio e lungo termine un attacco militare.
Questo il ritratto dell’armata futura tratteggiato dal rapporto del Consiglio federale sulla politica di sicurezza (RAPOLSIC 2010) presentato oggi, nel quale si ribadiscono le strategie elaborate nel 1999.
Ciò vale in particolare per la cooperazione internazionale, leggi missioni per il promovimento della pace. Obiettivo del Consiglio federale a questo proposito “rimane l’incremento delle capacità in materia di promovimento militare della pace”. Tuttavia, aggiunge il rapporto, in considerazione delle prevedibili necessità della comunità internazionale e delle difficoltà connesse a tale ampliamento sotto il profilo quantitativo, il governo “vede il massimo potenziale in un incremento qualitativo dell’impegno”, e ciò anche per ampliare il sostegno per simili missioni a livello di politica interna.
Una formulazione, quest’ultima, che tiene conto delle resistenze espresse da una fetta della popolazione nei confronti della presenza di soldati svizzeri all’estero. Non è un mistero che l’UDC del ministro della difesa Ueli Maurer non veda di buon occhio tali impieghi. Il Consiglio federale intende quindi concentrare lo sforzo della Confederazione nei settori del trasporto aereo (messa a disposizione di elicotteri da trasporto per esempio), delle prestazioni logistiche e dei trasporti, nonché nel servizio sanitario.
Anche se la truppa sarà maggiormente impiegata in compiti di sorveglianza, guardia sicurezza e protezione (vedi appoggio alle autorità civili in caso di calamità), rimarrà sempre un nucleo per la classica difesa da un attacco militare.
A tale riguardo assume una particolare importanza la difesa dello spazio aereo, un settore nel quale il mantenimento del grado prontezza e le capacità di successo nel caso di un attacco militare dipendono “fortemente dal numero e dall’efficacia dei velivoli da combattimento”. Nulla viene detto circa l’acquisizione – contestata – di nuovi velivoli da combattimento al posto degli obsoleti Tiger.
Nel documento si sottolinea anche la necessità di migliorare il coordinamento e la cooperazione con cantoni e comuni, nonché con le regioni limitrofe.
L’inizio del rapporto si concentra su alcuni aspetti generali, ma non meno importanti, riguardanti la minaccia. Rispetto al 1999, data di pubblicazione dell’ultimo documento del genere, il nuovo rapporto costata che negli ultimi dieci anni il mondo non si è radicalmente trasformato: vi sono stati cambiamenti, “che non l’hanno reso necessariamente più pericoloso, ma probabilmente più imprevedibile”.
La posizione geografica della Svizzera rende assai improbabile una minaccia militare classica. Tuttavia vi sono altri pericoli a cui porre attenzione, tra i quali le catastrofi naturali e tecnologiche, le perturbazioni dell’approvvigionamento energetico, il terrorismo e la criminalità organizzata.

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