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Svizzera e Slovenia difendono quote vincolanti di profughi

(Keystone-ATS) La presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga e il suo omologo sloveno Borut Pahor hanno difeso oggi a Lubiana un sistema di quote vincolanti per la ripartizione di rifugiati in Europa.

Hanno pertanto invitato l’UE a trovare soluzioni per una politica d’asilo comune solidale, indica una nota odierna del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).

Sommaruga e Pahor ritengono che soluzioni nazionali non bastino per superare la crisi attuale dei rifugiati. “Solo un sistema di ripartizione equa (dei migranti ndr.) può funzionare in questo genere di situazioni così imprevedibili”, ha dichiarato Sommaruga citata dall’agenzia di stampa Reuters. Dal canto suo, Pahor ha rilevato che per l’Europa la crisi dei rifugiati potrebbe essere ancor più difficile da risolvere rispetto alla crisi finanziaria mondiale del 2008.

Ieri, i ministri dell’interno dell’interno dell’UE e dei Paesi membri dello Spazio Schengen, tra cui Sommaruga per la Svizzera, non sono riusciti a mettersi d’accordo su un sistema di ripartizione dei migranti. Hanno trovato soltanto un accordo di principio per suddividersi 120’000 richiedenti l’asilo supplementari arrivati in questi ultimi mesi, oltre ai 40’000 accettati in maggio sulla base di una ripartizione volontaria.

La Slovenia si è detta pronta a ricevere “diverse migliaia” di migranti se il flusso di rifugiati dovesse dirigersi verso questo Paese dopo la chiusura della frontiera serbo-ungherese da parte dell’Ungheria. Il ministero dell’interno ha invitato i Comuni e i cittadini a dar prova di “solidarietà”, accogliendo se necessario i migranti.

“Immigrazione di massa”

La presidente della Confederazione ha pure approfittato della visita a Lubiana per informare i suoi interlocutori sloveni dello stato delle discussioni relative alla consultazione in corso con la Commissione europea sull’attuazione dell’iniziativa popolare dell’UDC “contro l’immigrazione di massa”, precisa il comunicato.

I due presidenti hanno peraltro lodato la stretta collaborazione tra i loro Paesi, che sono “molto simili sotto parecchi punti di vista”. La Svizzera è il secondo principale investitore in Slovenia, dopo l’Austria, stando al DFGP. Dal 2004, ha sbloccato 22 milioni di franchi a favore dello Stato balcanico nell’ambito del “miliardo di coesione”.

Domani, la presidente della Confederazione visiterà vari progetti sostenuti dalla Svizzera nel nord e nell’ovest della Slovenia.

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