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Svizzera-Italia: Widmer-Schlumpf e Borradori soddisfatti

(Keystone-ATS) Soddisfazione a Berna per il disgelo nei rapporti con l’Italia: la presidente della Confederazione Eveline Widmer-Schlumpf incontrerà il premier italiano Mario Monti a Roma nei prossimi giorni, ha dichiarato la stessa ministra delle finanze durante la conferenza stampa riguardante l’avvio del dialogo fiscale fra le due nazioni. “Si sono poste le basi per un lavoro serio e circostanziato”, le ha fatto eco il presidente del governo ticinese Marco Borradori.

“Sono contenta che la porta sia stata riaperta”, ma è solo “l’inizio”, ha sottolineato Widmer-Schlumpf, che non ha voluto peraltro precisare la data del vertice con Monti. Non si tratterà comunque di “un’umiliazione di Canossa”, ha assicurato: anche Roma è molto interessata a un’intesa, che giunge dopo un lungo periodo caratterizzato da “alcune difficoltà, per esprimersi in modo misurato”.

Il fatto che il dossier abbia cominciato a muoversi è dovuto alle molte, molte discussioni e anche alla pressione degli stessi frontalieri e dei loro rappresentanti sul governo di Roma, ha continuato la Widmer-Schlumpf. L’Italia ha anche aspettato il parere dell’UE sugli accordi fiscali che Berna ha sottoscritto con altri stati.

Borradori ha ammesso che negli ultimi giorni vi è stata un’accelerazione, dopo che per mesi “si è lavorato molto dietro le quinte”: si era però sfiorato un analogo avvicinamento già in novembre, alla fine del governo di Silvio Berlusconi. Il responsabile del dipartimento del territorio ha espressamente ringraziato le autorità federali per aver strettamente associato il Ticino nel processo di rimessa in moto del dialogo. La stessa conferenza stampa comune è un segnale importante, ha detto Borradori. Perché “se Italia e Svizzera non si parlano chi ci va di mezzo è il Ticino”.

Vi è stata una “convergenza di interessi cantonali e nazionali”, ha osservato la consigliera di stato Laura Sadis. Sul fronte dei ristorni, sono state adempiute le condizioni poste da Bellinzona per scongelare i 28 milioni: la ripresa delle discussioni fra i due paesi e l’indicazione di un mandato negoziale globale con punti importanti.

Fra questi Borradori ne ha citati due. Primo l’esame dell’accordo sull’imposizione fiscale dei frontalieri, che risale al 1974, per vedere se è ancora attuale; secondo la questione delle “black list” italiane, che “fanno male” alle imprese svizzere e alla piazza finanziaria. Poiché si parlerà di questi temi – il Ticino avrà anche un rappresentante nel gruppo di lavoro – i ristorni sono stati scongelati: “siamo stati di parola”, ha affermato Borradori. “Il blocco non era fine a sé stesso, aveva un obiettivo che è stato raggiunto”, ha aggiunto, sottolineando che l’intero governo ticinese è molto soddisfatto e molto unito.

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