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Svizzera nelle mani di Aqmi

(Keystone-ATS) L’organizzazione terroristica Al Qaida nel Maghreb islamico (AQMI) ha rivendicato in un video il rapimento della svizzera Beatrice S., avvenuto in Mali lo scorso 7 gennaio.

Per liberarla, i sequestratori esigono il rilascio di loro esponenti. La donna appare nella parte finale della registrazione rivelando la sua identità.

La notizia è stata riportata inizialmente ieri dall’organizzazione di sorveglianza SITE. Nel video, che dura oltre otto minuti e risalirebbe al 19 gennaio, una donna con capo avvolto in un velo nero, ma a viso scoperto, afferma di essere Beatrice S., la basilese rapita a Timbuctù venti giorni fa. Una copia del filmato è stata recapitata all’agenzia privata mauritana Al-Akhbar.

Un membro di AQMI, esprimendosi in inglese, afferma nel video divulgato che la svizzera stava operando in Mali con l’intento di convertire dei musulmani al cristianesimo, accuse che la donna ammette nella sua dichiarazione.

Come condizione per la liberazione dell’ostaggio, i terroristi, rivolgendosi al governo svizzero, esigono il rilascio dei miliziani imprigionati in Mali e di uno dei loro leader, Ahmad Al Faqi Al Mahdi. L’uomo, conosciuto col nome di guerra di Abou Tourab, era stato catturato in Niger e attualmente è detenuto alla Corte penale internazionale dell’Aia, davanti alla quale è comparso una prima volta nello scorso settembre. Abou Tourab, uno dei capi del gruppo djihadista maliano Ansar Dine, legato a AQMI, è accusato di aver distrutto edifici religiosi e monumenti storici a Timbuctù nel 2012.

Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha precisato di essere a conoscenza del video che riprende l’ostaggio in mano ad Al Qaida nel Maghreb islamico. La Svizzera esige la liberazione “senza condizioni” della propria concittadina.

La basilese sulla quarantina era stata prelevata dal suo domicilio in piena notte. Nell’aprile del 2012, era già stata rapita per nove giorni da estremisti islamici, sempre in Mali. In quell’occasione era stata liberata alla condizione di non mettere mai più piede nel paese africano. Era però tornata a vivere nel gennaio 2013 a Timbuctù, dove è nota per il suo impegno sociale e per la sua attività di diffusione del cristianesimo. Secondo un pastore rappresentante della Chiesa battista della città, interpellato dalla RSI quattro anni fa, Beatrice S. “svolgeva un’attività missionaria di tipo autonomo, anche attraverso l’assistenza ai bambini in un quartiere periferico.”

Al Qaida nel Maghreb islamico e Ansar Dine hanno controllato il nord del Mali dalla primavera 2012 fino all’intervento militare francese del gennaio 2013. Diverse zone della regione sfuggono tuttora al controllo delle forze militari maliane e straniere. AQMI ha rivendicato gli attentati di Bamako, capitale del Mali, in novembre (20 morti) e di Ouagadougou (capitale del Burkina Faso) lo scorso 15 gennaio, che ha causato 30 vittime tra cui due svizzeri, entrambi vallesani, l’ex direttore generale della Posta Jean-Noël Rey e l’ex deputato cantonale socialista Georgie Lamon.

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