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Symantec: cresce criminalità sul web in Svizzera

(Keystone-ATS) La Svizzera è un bersaglio privilegiato della criminalità su internet: secondo uno studio di Symantec – società americana specializzata in sistemi di protezione – la Confederazione si è piazzata l’anno scorso al 47esimo posto nella classifica delle attività più perniciose – vale a dire attacchi sotto forma di virus, spam e spionaggio industriale – contro il 49esimo rango nel 2011.

Questo peggioramento nella graduatoria provoca non solo arrabbiature, ma anche immensi costi per le industrie interessate.

“La Svizzera è nel mirino dei cyber-criminali a causa dell’efficienza del suo sistema, che consente di diffondere facilmente spam”, ha spiegato Candid Wüest, “cacciatore di virus informatici” presso Symantec. A suo avviso, la densità dei servizi finanziari e la ricchezza del Paese in generale, fanno sì che la Confederazione sia più esposta di altri alla cyber-criminalità.

Banche vulnerabili

“Quando un hacker riesce inserirsi tramite internet in un conto di una banca svizzera, è quasi sicuro di trovare molti più soldi che in altri Stati”, ha aggiunto Wüest.

Dal canto loro, le infrastrutture che utilizzano tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) considerate sensibili si rivelano essere relativamente sicure, secondo Symantec. Se la Confederazione non è al riparo da uno scenario catastrofico, al momento non esiste alcun caso di cyber-attacco di notorietà pubblica, rileva ancora Wüest.

Berna ha definito “molto vulnerabili agli attacchi informatici” le banche, le infrastrutture energetiche, le reti di telecomunicazione, il traffico stradale e ferroviario. Il governo, gli ospedali e i media figurano a un livello di pericolo inferiore, davanti tuttavia all’esercito e ai beni culturali.

Contrariamente agli Stati Uniti, la nazione più toccata dalla cyber-criminalità, la Svizzera ritiene che i rischi di un attacco informatico non siano di competenza militare, sottolinea Myriam Dunn, esperta di politica di sicurezza al Politecnico federale di Zurigo. Nel giugno 2012, il Consiglio federale ha approvato la “Strategia nazionale di protezione della Svizzera contro i cyber-rischi (SNPC)”, che esclude esplicitamente i casi di guerra o di crisi, ricorda la Dunn.

Protezione delle PMI

Oltre l’80% delle infrastrutture considerate “vulnerabili” sono in mani private, secondo la specialista. L’uso dello cyber-spazio e i cyber-rischi che ne conseguono, riguardano quindi in primis la responsabilità individuale delle imprese.

A livello mondiale, Symantec ha censito oltre 100 attacchi quotidiani mirati, la maggior parte dei quali per ragioni di spionaggio industriale, mentre i casi di sabotaggio rimangono rari, rileva Wüest. Nel 2012, circa un terzo degli attacchi sul piano globale avevano quale bersaglio le piccole e medie imprese (PMI), contro il 18% dell’anno precedente, stando sempre a statistiche di Symantec.

“Lo spionaggio industriale esiste in Svizzera e i nostri clienti ci chiedono soluzioni per proteggersi”, indica Wüest. In un raffronto europeo, la Svizzera si trova tuttavia in una situazione di protezione migliore, grazie all’importanza della proprietà intellettuale per le PMI e i grandi gruppi elvetici.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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