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TAF: condizioni più severe per eritrei, cambia giurisprudenza

Gli eritrei non otterranno più l'asilo in Svizzera per il solo fatto di aver lasciato il loro paese illegalmente (foto simbolica d'archivio). DPA dpa-Zentralbild/Keystone sda-ats

(Keystone-ATS) Gli eritrei non otterranno più l’asilo in Svizzera per il solo fatto di aver lasciato il loro paese illegalmente. Il TAF ha modificato la propria giurisprudenza in una sentenza di principio, respingendo il ricorso di un richiedente asilo eritreo.

La sentenza del Tribunale amministrativo federale (TAF), pubblicata oggi, è definitiva e non può essere contestata davanti al Tribunale federale. Il ricorso ha fatto seguito a un irrigidimento della prassi adottata dalla Segreteria della Migrazione (SEM) il 23 giugno 2016 nei confronti degli eritrei, che costituiscono il principale gruppo di richiedenti asilo in Svizzera.

In precedenza bastava di regola aver lasciato il paese africano illegalmente per ottenere asilo. Per le autorità elvetiche valeva il principio che chi lo ha fatto per evitare il servizio militare rischia in patria pene draconiane dal regime al potere. E nel paese del Corno d’Africa, la semplice emigrazione illegale è punita con il carcere fino a cinque anni.

In giugno la SEM ha reso più severi i suoi criteri, ritenendo che la punizione per l’emigrazione illegale non è così rilevante da giustificare lo status di profugo. Colpiti da questo irrigidimento sono gli eritrei che non hanno “un conto aperto” con il servizio militare, ossia quelli che non sono ancora mai stati reclutati per il Servizio nazionale, oppure sono stati esentati o licenziati da quest’ultimo.

Nella sentenza odierna il TAF conferma questa prassi riveduta. A suo avviso la semplice uscita illegale dall’Eritrea non comporta il rischio di una persecuzione o di sanzioni tali da giustificare l’asilo. Eritrei che hanno lasciato il paese illegalmente hanno potuto farvi ritorno senza problemi e non sono stati trattati come traditori e puniti duramente.

La questione se i disertori debbano ottenere l’asilo non è stata trattata dal tribunale sangallese. Il TAF non si pronuncia sulla liceità o no di un rimpatrio di persone ammesse provvisoriamente a causa del rischio di un reclutamento nel Servizio nazionale o per altri motivi. Rimpatri coatti rimangono comunque esclusi, poiché l’Eritrea si rifiuta di riprendersi gli espulsi.

Secondo le più recenti cifre della SEM finora 634 eritrei cui è stato rifiutato l’asilo hanno presentato ricorso al TAF o possono ancora farlo non essendo scaduto il termine. Complessivamente l’anno scorso 5178 eritrei hanno chiesto asilo in Svizzera. Il 42,4 per cento lo ha ottenuto. Aggiungendo gli ammessi temporaneamente la quota raggiunge il 76,6%.

La base per il cambiamento di prassi è un rapporto pubblicato dalla SEM a fine giugno dopo aver raccolto informazioni in febbraio-marzo nel paese africano e aver valutato in quali condizioni rimpatri potrebbero essere possibili.

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