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Take-away, tasso Iva ridotto va rivisto, commissione

(Keystone-ATS) Gli alimenti caldi serviti nei take-away non dovrebbero più beneficiare di un tasso di Iva ridotto (ora 2,5%). Per 13 voti a 7 e 4 astenuti, la commissione dell’economia e dei tributi del Nazionale (CET-N) ha adottato un progetto di legge in tal senso in risposta all’iniziativa popolare di Gastrosuisse che vorrebbe eliminare le differenza di imposizione tra i ristoranti (ora 8%) e i punti vendita per pasti veloci.

Stando a una nota odierna dei Servizi del parlamento, il controprogetto indiretto mira ad attenuare lo scarto di tassazione tra gli esercizi tradizionali e i take-away, sempre più popolari.

L’iniziativa popolare di Gastrosuisse “Basta con l’Iva discriminatoria per la ristorazione” mira a livellare il tasso d’imposizione verso il basso, portandolo al 2,5% per tutti gli esercizi che servono pasti caldi. Tuttavia, una simile riforma comporterebbe mancati introiti per il fisco stimati in oltre 700 milioni di franchi.

La commissione ha quindi previsto una soluzione di compromesso che attenua la distorsione attuale alla concorrenza. Aspetto fondamentale della riforma: a contare in futuro non dovrebbe più essere il luogo in cui gli alimenti sono consumati, ma se essi sono preparati caldi oppure no. I piatti e le bevande fredde acquistate in un distributore automatico dovrebbero quindi continuare a beneficiare di un tasso Iva ridotto come adesso.

Il tasso normale si applicherebbe invece ai piatti caldi. Ciò varrebbe anche per i piatti freddi che il cliente può riscaldare sul posto grazie ad apparecchi messi a disposizione dal gerente.

Una minoranza della commissione propone non entrare in materia sul controprogetto che invece di risolvere i problemi ne creerebbe di nuovi.

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