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TF: confermato internamento per assassino stupratore

La sede del Tribunale federale di Losanna. KEYSTONE/LAURENT GILLIERON sda-ats

(Keystone-ATS) Un ivoriano riconosciuto colpevole dell’assassinio di una prostituta commesso a Bienne (BE) nel 2010 sarà internato, ma non a vita. Con una sentenza pubblicata oggi, il Tribunale federale (TF) conferma la condanna inflitta dalla Corte suprema bernese.

Nel 2013, il Tribunale d’appello aveva inflitto all’uomo una pena di 20 anni corredata dall’internamento a vita, ma il TF aveva accolto un ricorso dell’imputato, annullando la misura di internamento, e rispedito il caso alla Corte cantonale.

Nella nuova decisione resa nel giugno 2016, la Corte suprema bernese ha condannato l’uomo di 37 anni ad un internamento semplice. Nel nuovo ricorso al TF, il difensore dell’imputato aveva chiesto che l’internamento venisse sostituito da un provvedimento stazionario, per poter favorire l’evoluzione positiva costatata dal 2013.

Evocando il rischio di recidiva, i giudici federali ritengono invece che le condizioni di una cura stazionaria non sono soddisfatte. “Per evitare l’internamento, non basta che l’interessato desideri sottoporsi ad una terapia”, rilevano.

I fatti risalgono all’ottobre 2010: il corpo di una prostituta, una brasiliana 45enne sposata a uno svizzero, era stato ritrovato in un “salone di massaggi” di Bienne. La donna era stata violentata e aveva ricevuto quattro colpi di coltello alla gola. Presentava inoltre profondi tagli alle mani.

Le prove contro l’ivoriano erano risultate schiaccianti: le sue impronte digitali erano state trovate sul coltello usato per commettere l’assassinio. Sulle sue scarpe erano state rinvenute tracce di sangue della vittima, mentre sulla donna vi era il suo sperma.

Un secondo caso di violenze attribuitegli era stato confermato dal filmato di una telecamera: l’uomo aveva avuto un alterco con una prostituta, l’aveva schiaffeggiata e quasi strozzata. La donna aveva sempre affermato di essere anche stata violentata, mentre l’ivoriano sosteneva di avere avuto un rapporto consenziente e debitamente retribuito.

L’imputato era anche stato ritenuto colpevole di coazione sessuale e tentativo di stupro ai danni di una donna nel centro di accoglienza per richiedenti asilo di Vallorbe (VD).

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