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TF: matrimonio non sistematicamente escluso per sans-papier

(Keystone-ATS) Ai sans-papier non può essere rifiutato sistematicamente il diritto di sposarsi in Svizzera. In una sentenza che farà giurisprudenza, il Tribunale federale (TF) ha accettato il ricorso di un camerunese in situazione irregolare, confrontato al rifiuto delle autorità vodesi di rilasciargli un permesso affinché possa sposarsi.

In coppia con una donna che beneficia di un permesso di soggiorno e padre di una bimba di tre anni, l’uomo si era visto rifiutare lo scorso marzo dal Servizio vodese della popolazione il rilascio di un permesso, sollecitato allo scopo di potersi sposare con la compagna. Il veto era stato confermato successivamente dal Tribunale cantonale vodese.

Pronunciandosi per la prima volta sul capoverso 4 dell’art. 98 del Codice civile, la Corte suprema sconfessa le autorità vodesi. La nuova disposizione – proposta dal consigliere nazionale UDC Toni Brunner allo scopo di lottare contro i matrimoni fittizi – impone ai fidanzati che non hanno la cittadinanza svizzera di provare la legalità del loro soggiorno in Svizzera durante la procedura preparatoria del loro matrimonio.

Questo sistema può rivelarsi contrario all’articolo 12 della Convenzione europea nei casi in cui uno straniero in situazione irregolare “desidera sposarsi in modo reale e sincero”, osservano i massimi giudici riferendosi ad una recente decisione della Corte europea dei diritti umani.

La pratica introdotta dal legislatore potrebbe portare a vietare “in via generale, automatica e indifferenziata l’esercizio del diritto al matrimonio per un’intera categoria di persone”. Alla luce delle esigenze poste dalla Convenzione, la possibilità di sposarsi all’estero non costituisce una soluzione soddisfacente, rileva il Tribunale.

Mon Repos indica la via da seguire: le autorità di polizia degli stranieri “devono rilasciare un titolo di soggiorno in vista del matrimonio quando non esistono indizi che lo straniero abbia l’intenzione, con questo atto, d’invocare abusivamente le regole del ricongiungimento famigliare”.

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