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TF: pirati strada Schönenwerd (SO), principale imputato non espulso

(Keystone-ATS) Non dovrà lasciare la Svizzera il principale colpevole fra i tre pirati della strada autori nel 2008 di una corsa-inseguimento con esito letale a Schönenwerd, nel canton Soletta. Il Tribunale Federale (TF) ha infatti accolto il ricorso contro l’espulsione.

I fatti risalgono all’8 novembre del 2008, quando i tre pirati della strada – un greco, un turco e un croato – si erano sfidati in una corsa in automobile tra Aarau (AG) e Schönenwerd (SO). Appena entrato nell’abitato di Schönenwerd, il greco si era poi schiantato contro un’altra vettura, mentre viaggiava ad oltre 100 all’ora in un tratto dove il massimo è fissato a 50 km/h. A bordo dell’auto investita vi era una coppia di coniugi di 59 e 62 anni, rimasti feriti, e una giovane di 21 anni che morì sul posto.

Al principale imputato, ora 25enne, sono stati inflitti 6 anni di prigione per omicidio intenzionale. Agli altri due 36 mesi – di cui 12 da scontare – con la condizionale parziale per omicidio colposo.

L’ufficio della migrazione del canton Soletta ha inoltre ritirato il permesso di domicilio al greco. Il tribunale amministrativo cantonale ha in seguito confermato la decisione di allontanare il giovane una volta scontata la pena.

La contestazione di fronte ai supremi giudici della corte con sede a Losanna è però stata accolta. Il comportamento dell’uomo che ha provocato l’incidente è stato “estremamente grave e deprecabile”, e una condanna a sei anni di reclusione è indiscutibilmente un motivo per annullare il permesso di domicilio, ma – scrive il TF – un’espulsione dalla Svizzera deve essere attuata nell’interesse pubblico ed in maniera proporzionata.

Basandosi su varie perizie, il TF conclude che, in condizioni normali, non sussiste alcun pericolo di recidiva. Il giovane si è ravveduto e gli è stata restituita la patente. Se poi dovesse di nuovo delinquere sarà comunque sempre possibile annullargli il permesso di domicilio.

La Corte suprema ricorda poi che il giovane è nato e cresciuto in Svizzera, è integrato sia socialmente sia professionalmente e, a parte la nazionalità, non ha oramai più alcuna relazione con il uso paese d’origine; ne padroneggia a malapena le lingua parlata.

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