Prospettive svizzere in 10 lingue

TF: TPF deve ridurre pene a due iracheni Isis

Il Tribunale penale federale di Bellinzona KEYSTONE/TI-PRESS/TATIANA SCOLARI sda-ats

(Keystone-ATS) Il Tribunale penale federale (TPF) dovrà ridurre le pene inflitte a due iracheni, condannati a quattro anni e otto mesi di carcere per partecipazione a un’organizzazione criminale, nella fattispecie il sedicente Stato islamico (Isis). Lo deciso il Tribunale federale.

La suprema corte di Losanna conferma le condanne per il reato in questione, ritenendo che quali membri dell’Isis i due iracheni, imputati principali nel processo, siano effettivamente stati attivi per conto di questa organizzazione terroristica sviluppatasi in Iraq e Siria. Sulla questione della colpevolezza essa respinge dunque il loro ricorso.

Pena troppo alta

Riguardo all’ammontare delle pene, invece, il TF dà ragione ai due iracheni e ordina tuttavia ai giudici di Bellinzona di emettere una nuova decisione. “Il Tribunale penale federale ha calcolato la pena massima possibile in modo non corretto”, si spiega in un comunicato stampa che accompagna la sentenza.

Inoltre – afferma il TF – la Corte penale del TPF “ha considerato a torto, come fattore aggravante, che i due uomini avevano ‘abusato dell’ospitalità della Svizzera'”. Infatti – argomentano i giudici di Mon Repos – “la disposizione litigiosa (quella del Codice penale sull’organizzazione criminale, ndr) non distingue tra autore straniero e autore svizzero”. Dunque – concludono – “in modo generale, i considerandi dell’autorità precedente non bastano in alcuno dei due casi per giustificare le pene particolarmente alte pronunciate”.

Il 18 marzo 2016 il TPF ha riconosciuto i due iracheni (uno dei quali si muove in sedia a rotelle) colpevoli di partecipazione a un’organizzazione criminale, oltre che di altri reati, in base all’articolo 260ter del Codice penale. Il tribunale ha ritenuto provato che i due uomini residenti in Svizzera erano stati attivi in vari modi per conto dell’Isis e che -insieme a un complice, pure iracheno, condannato a tre anni e sei mesi di carcere – avevano cercato di introdurre in Svizzera informazioni, materiale e persone in vista della realizzazione di un attentato. Il tribunale aveva per contro assolto un quarto imputato, un ex imam (guida spirituale islamica) non essendo stata dimostrata la sua appartenenza a un’organizzazione criminale.

Partecipazione in senso lato

Sulla giusta applicazione dell’articolo 260ter Losanna dà ragione a Bellinzona: l’Isis “è con ogni evidenza una organizzazione criminale” e alla luce dei fatti constatati, “l’elemento costitutivo della ‘partecipazione’ a una organizzazione criminale è realizzato per i due ricorrenti”.

La nozione di ‘partecipazione’ – afferma il TF – deve essere interpretata in senso lato. Essa non implica necessariamente che l’interessato appartenga al nocciolo duro dell’organizzazione criminale: ‘partecipa’ anche “colui che appartiene alla cerchia più estesa di detta organizzazione e che è disposto a lungo termine a seguire gli ordini che gli sono impartiti, indipendentemente dalla sua posizione formale nell’organizzazione”.

L’inchiesta della Procura federale sul caso era scattata nel marzo del 2014, in seguito a informazioni trasmesse dal Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) alla Polizia giudiziaria federale. Il SIC era stato allertato dai servizi segreti americani secondo cui un gruppo dell’Isis stava pianificando un attentato.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR