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TF non entra in materia su ricorsi per scheda raddoppio Gottardo

(Keystone-ATS) Era ingannevole la domanda posta il 28 febbraio al popolo svizzero, chiamato a decidere sul raddoppio del tunnel autostradale del San Gottardo? Il Tribunale federale (TF) non si pronuncia.

La formulazione del quesito è un atto inoppugnabile del Consiglio federale, sostengono i supremi giudici di Losanna in una sentenza pubblicata oggi.

Il TF non è entrato in materia su due ricorsi, i cui autori gli chiedevano di dichiarare non valida la votazione o il risultato della stessa, ritenendo ingannevole la domanda sottoposta al popolo.

Questa era così formulata: “Volete accettare la modifica del 26 settembre 2014 della legge federale concernente il transito stradale nella regione alpina (LTS) (Risanamento della galleria autostradale del San Gottardo)?”.

Uno dei due ricorrenti era Erns Dittli, presidente del WWF urano. A suo avviso la domanda posta era fuorviante, perché suggeriva semplicemente che in gioco fosse il semplice risanamento della galleria esistente. Che in realtà si dovesse decidere sullo scavo di un secondo tunnel, condizione per una delle diverse varianti di risanamento, non era, secondo Dittli, per nulla chiaro.

A suo avviso l’ingannevolezza della domanda era ulteriormente aumentata dalla precisazione “Risanamento (…)” messa in grassetto tra parentesi. In conclusione, secondo il presidente del WWF urano, il quesito è stato formulato in modo tutt’altro che preciso, inequivocabile e obiettivo.

Contrariamente al ricorrente, il TF arriva tuttavia alla conclusione che l’interrogativo sottoposto ai cittadini non è una semplice formulazione della Cancelleria federale, ma è un atto del Consiglio federale e, in quanto tale, non è contestabile con un ricorso.

L’esecuzione della votazione, l’allestimento della scheda di voto e la presentazione degli oggetti rientrano nelle competenze del governo, scrivono i supremi giudici.

La legale di Dittli, Ursula Ramseier, deplora in una dichiarazione di commento che il Tribunale federale, con la sua decisione, non sia entrato nel merito della questione “ingannevolezza” né abbia preso posizione sulle questioni relative allo stato di diritto che l’incontestabilità di una domanda di votazione solleva.

Questa – rileva la giurista – può dunque essere formulata in modo falso senza che nessuno possa farci niente. Una cosa “assolutamente insostenibile” – aggiunge – dal punto di vista dello stato di diritto e considerando la garanzia costituzionale della via giudiziaria. Il problema – conclude Ursula Ramseier – va risolto a livello politico.

Ancor prima del voto il Tribunale federale aveva già respinto tre ricorsi che chiedevano di sospendere o annullare la consultazione federale del 28 febbraio sul risanamento della galleria del San Gottardo. In uno di essi, il Verde liberale ticinese Domenico Zucchetti sosteneva che gli aventi diritto di voto erano stati informati in maniera insufficiente sull’importanza di un rapporto allestito all’attenzione dell’Ufficio federale delle strade (USTRA) nel novembre 2015, relativo alle alternative riguardo al momento e alle modalità del risanamento del traforo.

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