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Times Square: l’ombra della fucina terrorista pachistana

(Keystone-ATS) NEW YORK – L’ombra del terrorismo pachistano si allunga sull’autobomba che avrebbe dovuto riportare l’inferno a New York. L’Fbi ha infatti fermato come sospetto esecutore del fallito attentato a Times Square un pachistano naturalizzato americano, Faisal Shahzad, 30 anni. Altri arresti sarebbero avvenuti in Pakistan. Solo l’ultimo caso di una sorta di “legione pachistana” del terrore.
I federali hanno bloccato Shahzad su un aereo diretto in Pakistan in partenza dall’aeroporto JFK di New York. Secondo gli esperti, l’attentato avrebbe una origine interna agli Usa e sarebbe stato pianificato da gruppi creati in America che si ispirano ad al-Qaida e ai Talebani.
Appresa la notizia, il governo di Islamabad, alleato strategico degli Usa nella guerra al terrorismo internazionale nei santuari in Afghanistan, ha promesso massima collaborazione a Washington. “Tra il Pakistan e gli Stati Uniti è già in atto una solida cooperazione nella lotta al terrorismo. Se sarà necessario collaboreremo ancora di più con gli Usa”, ha detto un portavoce del governo pachistano.
Fonti di Islamabad hanno riferito all’emittente Cbs News che “tra le quattro e le otto persone sono state arrestate in Pakistan” nell’ambito delle indagini sull’autobomba. I sospetti, hanno precisato le fonti, sono stati arrestati in luoghi diversi nel corso delle ultime ore. Non sono stati forniti dettagli sulla loro identità né su dove siano tenuti in stato di fermo. Alcuni, riferisce la Fox News, sarebbero collegati a Faisal Shahzad, l’uomo arrestato ieri.
La Fox aveva riferito in precedenza, citando fonti dell’intelligence pachistana, dell’arresto di una seconda persona a Karachi. Altre due persone, aggiunge l’emittente, fatte scendere dall’aereo su cui si trovava a bordo Faisal al momento dell’arresto all’aeroporto JFK, sarebbero in stato di fermo.
Secondo le prime informazioni, Shahzad avrebbe trascorso di recente alcuni mesi nel nord-ovest del Pakistan, vicino al confine con l’Afghanistan, ritenuta una fucina di giovani terroristi. Circostanza che farebbe sospettare un suo coinvolgimento in attività terroristiche. L’Fbi sta valutando la possibilità di legami con organizzazioni terroristiche internazionali e non esclude che l’uomo non abbia agito da solo, nonostante sia stata questa la sua linea con gli inquirenti. Si passano al setaccio le ramificazioni del terrorismo islamico della diaspora pachistana che ha organizzato e compiuto attentati negli Usa e in Europa.
Il presidente Barack Obama ha promesso che “sarà fatta giustizia” e ha aggiunto che il complotto è fallito grazie all’azione di cittadini vigilanti. Gli Stati Uniti non si fanno intimidire, ha detto ancora Obama commentando l’arresto di un americano di origine pakistana. “Continueremo a fare quanto è in nostro potere per proteggere il popolo americano”, ha affermato Obama, secondo il quale l’attentato fallito il primo maggio a New York è stato un altro “promemoria”: i nemici dell’America “non si fermano davanti a niente pur di uccidere e distruggere il nostro modo di vita”.

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