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Torna crescita in tutta Ue, forti differenze tra Paesi

(Keystone-ATS) “Per la prima volta dal 2007 il pil 2015 torna positivo in tutta la Ue”, ma restano forti differenze tra Paesi. “La Spagna cresce grazie al mercato del lavoro migliorato, la Germania grazie alla ripresa della domanda interna, la Francia rallenta per mancanza d’investimenti, l’Italia torna positiva per l’export ma è fragile”. Lo indicano le previsioni d’inverno della Commissione Ue.

La crescita della Germania resta “fiacca” ma in “miglioramento” grazie al sostegno di “un mercato del lavoro robusto e favorevoli condizioni finanziarie che spingono la domanda interna”. La Commissione Ue dà il Pil tedesco all’1,5% per il 2015 e al 2% per il 2016 dopo l’1,5% del 2014, in miglioramento rispetto ai dati delle previsioni d’autunno che davano rispettivamente 1,1%, 1,8% e 1,3%. In ripresa “esitante” gli investimenti privati, quelli pubblici in ulteriore aumento.

Per il pil italiano del 2015, a +0,6%, la Commissione lascia invariata la stima sulla crescita, mentre rivede al ribasso di un decimale quella 2014 (-0,5%) e al rialzo quella sul 2016 (1,3% invece del precedente 1,1% stimato a novembre). Il 2015 è trainato dall’export, ma la domanda interna aumenta solo in modo “modesto”.

Vola invece la crescita in Spagna grazie alla domanda interna, con il pil che sale al 2,3% nel 2015 dopo l’1,4% del 2014. La Commissione dà per Madrid anche un quadro più roseo rispetto a quelle d’autunno, dove il pil era rispettivamente all’1,7% e all’1,2%. A far salire la domanda interna, un migliore mercato del lavoro, condizioni finanziarie più facili e maggiore fiducia. Il deficit spagnolo, sebbene in discesa, resta però alto, al 4,5% nel 2015 dopo il 5,6% del 2014.

La crescita della Francia guadagna “lentamente slancio” nel 2015 e 2016, guidata “principalmente dai consumi domestici”, con un pil all’1% nel 2015. Le previsioni danno un quadro in miglioramento rispetto a quelle d’autunno, dove la crescita era prevista allo 0,7%. Pil allo 0,4% nel 2014 e all’1,8% nel 2016 (contro 0,3% e 1,5% delle precedenti stime). Il deficit, dopo il picco del 4,3% del 2014, scenderà solo “in modo modesto” nel 2015 al 4,1% per restare invariato nel 2016.

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