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TPF: ex infiltrato antidroga Fausto Cattaneo a processo

(Keystone-ATS) A 12 anni dai fatti, si è aperto stamane davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona il processo contro l’ex commissario dell’antidroga ticinese Fausto Cattaneo e un caposezione della polizia vodese.

I due devono rispondere di denuncia mendace, falsa testimonianza e sequestro di persona, ai danni di un ex collega di Cattaneo. Entrambi “sono accusati di avere ordito mene subdole al fine di provocare l’apertura di un procedimento penale” contro l’ex collega, “persona che sapevano innocente, e contribuito in tal modo all’arresto di quest’ultimo, mantenuto poi in detenzione per otto giorni”, si legge nelle informazioni sul dibattimento pubblicate sul sito web del TPF. Un terzo imputato, un informatore brasiliano dei due imputati, è giudicato in contumacia. Il processo, con la prevista deposizione di diversi testimoni, dovrebbe proseguire fino a giovedì o eventualmente venerdì 2 ottobre.

I dibattimenti sono entrati nel vivo solo in fin di mattinata, dopo una sospensione di un paio d’ore per consentire al giudice unico Giuseppe Muschietti di deliberare sulla richieste della difesa di aggiornare il processo per consentire l’ottenimento di nuove testimonianze o eventualmente di archiviare il caso per “non rispetto del principio di celerità”.

Il 72enne Cattaneo e il coimputato, un 59enne capo sezione della polizia vodese già suo collega in indagini antidroga, sono principalmente accusati di aver ordito nel 2003 l’arresto di un ex collega di Cattaneo con cui questi aveva avuto forti attriti. L’uomo, che nel processo è accusatore privato, era allora commissario ticinese della polizia federale.

Stamane Cattaneo ha ripercorso il suo passato professionale come commissario dell’antidroga di Locarno e poi come infiltrato nelle maggiori inchieste internazionali contro il traffico di stupefacenti. Decorato insieme all’allora procuratore Dick Marty dal presidente americano Ronald Reagan, egli era caduto in disgrazia nel 1992 dopo accuse di irregolarità emesse contro di lui da colleghi ticinesi.

Fra costoro figurava anche il poliziotto in questione. Per anni Cattaneo, secondo l’accusa, avrebbe nutrito sentimenti ostili contro l’ex collega, da lui accusato di essere corrotto. L’uomo fu arrestato nel settembre 2003 per il sospetto di corruzione, riciclaggio di denaro e infrazione alla legge federale sugli stupefacenti e trattenuto una settimana in detenzione preventiva.

Secondo l’atto d’accusa del Ministero pubblico della Confederazione, il coimputato vodese avrebbe svolto un ruolo chiave ai fini dell’arresto, in particolare per le dichiarazioni fatte al procuratore federale Edmond Ottinger. In seguito le accuse formulate da lui e da Cattaneo sono state giudicate infondate. Per l’ex collega denunciato – che ha a sua volta querelato Cattaneo per diffamazione – ci sono però state conseguenze mediche: la sua salute ne ha gravemente risentito e non è stato in grado di lavorare per diversi mesi.

Fausto Cattaneo era assurto agli onori della cronaca internazionale nei primi anni Duemila, dopo la pubblicazione nel 2001 da parte dell’editore parigino Albin Michel del suo libro-denuncia “Comment j’ai infliltré les cartels de la drogue”, subito tradotto anche in tedesco (ma solo nel 2010 in italiano) e da cui è stato tratto anche il film “Dirty Money, l’infiltré” nel 2008.

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