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TPF: fratelli sospettati di legami con al-Qaida a processo dal 28/4

(Keystone-ATS) Due curdi iracheni dovranno presentarsi davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona dal 28 aprile. Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) accusa i due fratelli di partecipazione a una nuova organizzazione criminale con finalità terroristiche e al contempo anche ad al-Qaida. La sentenza è prevista il 2 maggio, si legge sul sito della corte.

Essi avrebbero creato e amministrato diverse piattaforme online tramite le quali avrebbero pubblicato testi e immagini dei quali, unitamente ad altre persone, sarebbero gli autori. Inoltre, essi avrebbero, su internet, istigato pubblicamente ad un crimine e diffuso rappresentazioni di atti di violenza.

I due fratelli, a beneficio in Svizzera dello status di rifugiati di cui è stata chiesta la revoca, sono sospettati di partecipazione (subordinatamente sostegno) ad un’organizzazione criminale, pubblica istigazione a un crimine o alla violenza, rappresentazione di atti di cruda violenza, falsità in documenti e altri reati. Il MPC non si è espresso sui dettagli dell’atto d’accusa, di cui hanno riferito oggi il “Tages-Anzeiger” e il “Bund”.

Il rinvio a giudizio era stato reso noto dal MPC il 1. ottobre 2012. Secondo le informazioni pubblicate allora, i due imputati avrebbero partecipato dalla Svizzera alla costituzione (solo il fratello maggiore) e conduzione di una nuova organizzazione terroristica a composizione e struttura segrete, sotto la guida del mullah Krekar, fondatore e già capo del gruppo islamico sunnita Ansar al-Islam, ritenuto responsabile di numerosi attentati in Iraq.

L’organizzazione, concepita per servire a lungo termine quale supporto nella rete di al-Qaida, gestiva varie piattaforme di internet per diramare atti terroristici e messaggi della rete di al-Qaida a scopo propagandistico, metteva a disposizione chat room pubbliche e private che fungevano da sale riunioni virtuali e da forum per contatti con i suoi simpatizzanti, sostenitori e membri attivi e potenziali e con quelli di altre organizzazioni terroristiche della rete di al-Qaida.

Inoltre, la nuova organizzazione – che contava membri in vari paesi europei – distribuiva riviste e libri per raccogliere denaro destinato a realizzare i propri obiettivi. Secondo le informazioni acquisite dal MPC, l’obiettivo dell’organizzazione era di contribuire al perseguimento e al raggiungimento dello scopo della rete di al-Qaida, ossia di imporre il califfato islamico fondato sulla sharia commettendo reati di violenza nel mondo intero.

Nel maggio 2013 il TPF aveva chiesto complementi all’atto d’accusa, sostenendo che quest’ultimo non indica in modo sufficientemente preciso dove si trovano, nella voluminosa documentazione fornita, le prove per rinviare a giudizio i due fratelli. A causa dei numerosissimi allegati il tribunale di Bellinzona riteneva di non poter celebrare il processo senza disporre di indicazioni supplementari, necessarie anche per il lavoro della difesa.

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