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TPF: Hervé Falciani condannato a cinque anni di prigione

(Keystone-ATS) Il Tribunale penale federale ha condannato oggi Hervé Falciani a una pena di cinque anni di prigione.

L’ex informatico della banca HSBC di Ginevra, che non si è presentato al processo, è stato ritenuto colpevole di spionaggio economico, ma è stato assolto dagli altri capi di imputazione, come la violazione del segreto commerciale. Contro la sentenza è ancora possibile fare ricorso.

Il procuratore federale Carlo Bulletti chiedeva una pena di sei anni di reclusione. La difesa domandava invece al massimo due anni, con possibilità di sospensione condizionale. Laurent Moreillon, avvocato della banca HSBC, dove lavorava Falciani e costituitasi parte civile, si è allineato alla richiesta del procuratore, auspicando una pena “pesante”.

Falciani era accusato di avere copiato, dal 2006 al 2008, dati bancari della filiale ginevrina di HSBC e di averli in seguito, dal 2008 al 2014, resi accessibili a diverse ditte private e agli organismi pubblici di più paesi.

Il legale della banca aveva parlato di danni collaterali “inestimabili” commessi dall’accusato. L’ex informatico franco-italiano si era appropriato dell’equivalente di 2’600’000 pagine, o ancora, più di 5300 raccoglitori federali di dati non elaborati, informazioni inutili ma anche sensibili, ha precisato. La divulgazione – sempre secondo Moreillon – ha interessato una gran maggioranza di clienti onesti.

Bulletti invece, ha sottolineato che “non sappiamo se Falciani si è fatto pagare per trasmettere i dati della filiale ginevrina di HSBC in suo possesso, ma questo non è importante” per formulare una condanna. Secondo il procuratore, si tratta infatti di un caso grave di spionaggio economico (ai sensi dell’articolo 273 del Codice penale), considerati sia la durata dell’attività criminale sia il valore dei segreti traditi, che ha costretto la Svizzera ad affrontare una crisi diplomatica.

Il difensore di Falciani, Marc Henzelin, aveva invece sostenuto che il suo cliente “ha avuto accesso facilmente a un’enorme quantità di dati” ed è stata proprio questa facilità ad averlo “turbato”. “Tutto porta a dire che esistevano numerose falle”, ha continuato l’avvocato, che si è riferito in particolare a un rapporto severo dell’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) nei confronti della filiale ginevrina.

Henzelin ha ammesso che l’episodio in cui Falciani avrebbe chiesto da 100’000 a 150’000 dollari a una banca libanese in cambio di dati “non è molto glorioso”. Ma “niente indica che i dati che voleva vendere a Beirut erano in effetti della HSBC Svizzera”.

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