Prospettive svizzere in 10 lingue

Transizione “verde” possibile, ma bisogna volerlo

Per i ricercatori la transizione energetica in Svizzera è possibile, sia finanziariamente che tecnicamente. KEYSTONE/DPA zb/JENS BÜTTNER sda-ats

(Keystone-ATS) La transizione verso le energie pulite, ossia senza nucleare e combustibili fossili, è possibile in Svizzera tanto da un punto di vista tecnico che finanziario.

Tuttavia, ciascuno deve fare la sua parte, consumatori compresi, anche mediante tasse incitative (tassa CO2 sulla benzina) che però non gravino eccessivamente sui bilanci famigliari.

Sono queste le conclusioni di due programmi di ricerca del Fondo nazionale svizzero (PNR 70 e PNR 71) sull’energia, i cui risultati sono stati presentati oggi ai media.

Secondo gli oltre 300 ricercatori che hanno lavorato sul tema, la trasformazione del sistema energetico richiede, oltre a nuove tecnologie e infrastrutture, normative efficaci (per incoraggiare ad esempio la ristrutturazione di vecchi edifici) e incentivi per incoraggiare cambiamenti nel comportamento.

Per ottenere la necessaria accettazione da parte della popolazione, è necessario secondo gli esperti informare meglio sui vantaggi derivanti dalle nuove tecnologie e da comportamenti diversi. La popolazione deve conoscere meglio il sistema di funzionamento di una tassa d’incentivazione, i suoi effetti così come i benefici che ne possono derivare (per esempio un miglioramento della qualità della vita).

Le ricerche – oltre un centinaio – sono state eseguite sull’arco di cinque anni con un budget di 45 milioni di franchi. Per Hans-Rudolf Schalcher, direttore del progetto, la lotta al cambiamento climatico e la trasformazione del sistema energetico sono sfide raramente viste in Svizzera. Ciononostante si è detto fiducioso nella possibilità di uscire gradualmente dai combustibili fossili e dall’energia nucleare entro il 2050. Ma è anche chiaro, a suo avviso, che nuove tecnologie e nuovi comportamenti non potranno imporsi da soli.

Da qui le 15 raccomandazioni formulate dai ricercatori. Tra queste figura l’introduzione di una tassa che colpisca il CO2 generato da tutti i combustibili fossili. Un tale balzello è giudicato particolarmente adatto per promuovere la trasformazione del sistema energetico in modo economicamente e socialmente accettabile.

Oggi viene prelevata una tassa sui combustibili, ma non sui carburanti. Anche la revisione totale della legge sul CO2, tutt’ora pendente in Parlamento, non prevede alcuna tassa su benzina e diesel. Il Consiglio federale sta attualmente esaminando su richiesta del Parlamento come potrebbe essere immaginabile un’imposta di questo tipo. Finora, però, dal punto di vista politico un simile prelievo ha avuto vita difficile.

Dal punto di vista dei ricercatori, tale opposizione si spiega anche col fatto che molte persone non sanno come funzioni una simile tassa d’incentivazione. Attraverso la ridistribuzione dei proventi, gran parte delle famiglie ne trarrebbe beneficio. Nel caso delle mere sovvenzioni, a beneficiarne sono invece pochi attori.

A detta dei ricercatori, le misure di incentivazione sono fino a cinque volte più economiche delle semplici misure di promozione. Gli autori degli studi sono convinti che l’accettazione di un simile balzello crescerebbe grazie a un rimborso trasparente.

Altre raccomandazioni sono state pensate per gli attori del mondo energetico. Quest’ultimi dovrebbero sviluppare modelli tariffali flessibili per il consumo di elettricità che spingano i clienti a ridurre il consumo di corrente. La combinazione con bonus volti a premiare il raggiungimento degli obiettivi di risparmio aumenterebbe l’accettazione tra la gente di simili modelli tariffali.

Il programma di ricerca ha anche permesso di studiare o proporre nuove tecnologie, come l’immagazzinamento dell’energia con batterie o aria compressa. Tecnologie già note come il fotovoltaico integrato negli edifici – celle solari come elementi della facciata o tegole per tetti – sono state ulteriormente sviluppate.

Anche se ci sono ancora ostacoli da superare, il rapporto afferma che il fotovoltaico di prossima generazione racchiude un grande potenziale industriale ed energetico. Se i tetti e le facciate degli immobili fossero dotati di queste nuove tecnologie, si potrebbe aumentare di 13-14 terawattora (TWh) l’attuale potenziale di base degli edifici di 67 TWh di elettricità. Nel 2015 le centrali nucleari svizzere hanno prodotto 22 TWh.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR