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Trovati i fossili degli ultimi ominidi di Homo erectus

Nel sito di Ngandong, sull'isola indonesiana di Giava, "c'è l'ultima apparizione nota dell'Homo erectus mai trovata in qualsiasi parte del mondo". Keystone/AP Russell L. Ciochon/RUSSELL L. CIOCHON sda-ats

(Keystone-ATS) Individuati i fossili degli ultimi ominidi della specie Homo erectus, antenata diretta dell’uomo moderno. Appartengono ad almeno 12 individui, scomparsi circa 108’000 anni fa durante un evento luttuoso di massa sull’isola indonesiana di Giava.

Pubblicata su “Nature”, la scoperta si deve ai ricercatori coordinati da Russell Ciochon, della University of Iowa (USA), e Kira Westaway, della Macquarie University (Australia). In questo sito “c’è l’ultima apparizione nota dell’Homo erectus mai trovata in qualsiasi parte del mondo”, rileva Ciochon. “Non abbiamo prove – aggiunge – che l’Homo erectus sia vissuto successivamente a questo periodo, altrove”.

L’Homo erectus è stata la prima specie di ominidi a camminare in posizione eretta, si è evoluto circa due milioni di anni fa e apparteneva ad un gruppo errante. Dopo che la specie è uscita dall’Africa ha colonizzato l’Asia e forse l’Europa. Ma circa 400’000 anni fa la specie è sostanzialmente scomparsa. L’unica eccezione è un luogo chiamato Ngandong, sull’isola indonesiana di Giava, dove negli anni ’30 del secolo scorso furono trovati resti fossili, che comprendono frammenti di 12 calotte craniche, insieme a resti di animali in un sito vicino al fiume Solo.

I fossili si sono rivelati difficili da datare, anche perché molti degli altri resti animali trovati nello stesso sito nel frattempo si sono persi. Dopo aver analizzato nuovamente il sito e i suoi dintorni, i ricercatori hanno ora calcolato che l’età dei resti è compresa tra 117’000 e 108’000 anni. Questo indica che i fossili provengono dall’ultimo gruppo di Homo erectus conosciuto, scomparso durante un evento di morte di massa che si è verificato nell’area.

“C’è stato un cambiamento nel clima – spiega Ciochon -. Sappiamo che l’ambiente dell’isola da aperta campagna e prateria si è trasformato in una foresta pluviale tropicale. Quelle non erano le piante e gli animali a cui l’Homo erectus era abituato a vivere e non è riuscito proprio ad adattarsi”.

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