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Trump esulta, ‘Assolto! Pelosi una persona orribile’

Donald Trump con la 'prima' del Washington Post sulla sua assoluzione. KEYSTONE/AP/Evan Vucci sda-ats

(Keystone-ATS) “Assolto! Ha vinto l’America”. Donald Trump non sta nella pelle, nonostante dal suo viso e la sua voce trapeli una grande stanchezza.

Sono state le giornate più lunghe da quando è alla Casa Bianca, arrivate – ricorda – dopo tre anni di ingiustizie, di caccia alle streghe, una persecuzione.

“Hanno cercato di distruggerci”, dice, citando anche la sua famiglia, la moglie Melania. “Non so se un altro presidente sarebbe sopravvissuto a tutto questo, e non dovrà mai più succedere”.

È mattina presto, ed è il suo primo intervento dopo che il Senato qualche ora prima lo ha prosciolto dalle accuse di abuso di potere e ostruzione al Congresso. Parla davanti alla platea del National Prayer Breakfast, uno degli eventi più importanti dell’anno a Washington, e sale sul palco sbandierando la prima pagina di un giornale su cui a caratteri cubitali campeggia il titolo ‘Acquitted’, totale assoluzione: il de profundis di quell’impeachment che i democratici con tenacia hanno tentato di portare a termine.

Ma il vero appuntamento per il presidente arriva qualche ora dopo, quando dalla Casa Bianca, in diretta tv su tutte le principali emittenti, si rivolge alla nazione e al mondo per ribadire la sua innocenza e ringraziare chi lo ha aiutato ed è rimasto con lui. Parla per un’ora e mezza: non è una conferenza stampa, né una tradizionale dichiarazione presidenziale, ma – come lui stesso l’ha definita – “una festa”.

Da celebrare – afferma guardando fisso le telecamere e gli americani negli occhi – c’è la fine di “una vergogna”, quella messa in stato di accusa voluta da “politici corrotti” che per il tycoon “vogliono solo danneggiarmi e vogliono distruggere il Paese”.

Di più: Trump arriva ad etichettare come “una persona orribile, cattiva” Nancy Pelosi, la speaker della Camera che due sere fa ha osato anche stracciare la copia del discorso sullo stato dell’Unione pronunciato in Congresso. A memoria d’uomo non si ricorda uno scontro istituzionale così violento tra l’inquilino della Casa Bianca e la terza carica dello stato. “Trump ha stracciato la Costituzione, il suo è un manifesto di bugie e falsità”, replica Pelosi per giustificare il suo clamoroso gesto.

Intanto tra i democratici, dopo il flop dell’impeachment, si avvicina l’ora della resa dei conti, quando mancano nove mesi dalle elezioni presidenziali del 3 novembre. E ad aggravare la crisi di nervi c’è il pasticcio dell’Iowa, dove dopo tre giorni dal voto non si conoscono i risultati finali delle primarie. “Quando è troppo è troppo”, ha tuonato il presidente del partito Tom Perez, che ha ordinato ai responsabili locali il riconteggio delle preferenze, caucus per caucus, distretto per distretto. Gli ultimi davano un testa a testa tra Pete Buttigieg e Bernie Sanders, divisi solo da una manciata di voti. Ma ora si ricomincia da capo. Una ferita di immagine e di credibilità difficile da rimarginare. Con Trump che davanti agli americani fa “festa” e ride del clamoroso, ulteriore fiasco dei suoi avversari politici.

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