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Tsunami Podemos in grandi città, primo in Catalogna

(Keystone-ATS) Sono ‘solo’ la terza forza politica spagnola, hanno fallito di soli 350’000 voti e 1,5 punti percentuali, lo storico ‘sorpasso’ del Psoe (socialisti), ma per tutti gli analisti sono i veri trionfatori del voto spagnolo di ieri.

Partiti da zero un anno fa, i post-indignados di Podemos irrompono nel Congresso di Madrid con 69 deputati su 350 e con il 21% dei voti.

Non solo. Il partito di Pablo Iglesias, trascinato dall’effetto Ada Colau dopo la discesa in campo del popolare sindaco di Barcellona, è diventato inaspettatamente ieri il primo patito della Catalogna, e anche del Paese Basco. Due regioni dove l’anima indipendentista è forte, nelle quali ha fatto presa la promessa di Iglesias di riconoscere il ‘diritto di decidere’ e di convocare entro un anno se andrà al governo un referendum vincolante sull’indipendenza della Catalogna.

Oggi il leader dei ‘viola’ ha confermato che questa è una delle cinque ‘linee rosse’ – con l’inserimento nella costituzione di una ‘blindatura’ dei diritti sociali, una riforma elettorale proporzionale, lo stop al travaso di ex-ministri nei Cda delle imprese strategiche e l’indipendenza della giustizia – per qualsiasi accordo fra Podemos e altri partiti.

In Catalogna i post-indignados sono primi con il 25%, vincono in otto dei dieci distretti di Barcellona, impongono ai socialisti una sconfitta storica, un “secondo terremoto catalano” scrive El Pais. Podemos arriva primo anche nel Paese Basco, superando lo storico partito nazionalista Pnv. Si piazza secondo a Madrid (il Psoe crolla al quarto posto), Valencia, La Coruna, in Navarra, nelle Canarie, nelle Baleari. Sempre superando i socialisti.

Per la prima volta la carta politica della Spagna vede spuntare due macchie viola, Catalogna e Paese Basco, nel solito mare azzurro – il colore del Pp (conservatori), primo in tutto il centro-nord – e rosso, il Sud, Andalusia e Estremadura, sempre targati Psoe. Ora inizia la partita più complicata per il candidato premier con il codino.

Iglesias oggi ha chiesto un ‘compromesso storico’ fra tutte le forze politiche spagnole per cambiare sistema politico e costituzione. L’obiettivo dei viola, quattro anni dopo la rivolta indignada di Puerta del Sol, è andare al governo. In coalizione con il Psoe, se Rajoy fallirà il suo tentativo. Per tutti sarà difficile riunire una maggioranza. Sarà necessaria la stampella dei partiti nazionalisti. Ma Iglesias ne è convinto: la ‘nuova Spagna’ è nata.

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