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Turchia: ci si interroga sul dopo voto

(Keystone-ATS) La Turchia si è svegliata incredula dopo lo ‘schiaffo’ inflitto dagli elettori alle politiche al ‘sultano’ Recep Tayyip Erdogan, il cui partito islamico Akp ha perso la maggioranza assoluta grazie al successo del ‘Podemos curdo’, l’Hdp di Selahattin Demirtas.

Il paese si interroga ora sugli scenari del dopo voto, e sul governo che potrà essere formato, in teoria entro il 7 luglio prossimo, nel tempo massimo di 45 giorni dopo la proclamazione ufficiale dei risultati.

Dopo lo spoglio del 99,89% delle schede, con risultati quindi praticamente definitivi, il partito del presidente Erdogan si ferma a 258 seggi su 550, con il 40,80% (contro il 50 alle politiche del 2011). In 4 anni l’Akp ha perso 3 milioni di voti e 71 seggi.

Il primo partito dell’opposizione il Chp del socialdemocratico Kemal Kilicdaroglu ottiene il 25,05% e 132 seggi, i nazionalisti del Mhp di Devlet Bahceli il 16,36% e 81 deputati. L’Hdp di Demirtas, fondato nel 2014 ispirandosi alle idee della rivolta di Gezi Park, supera ampiamente la soglia di sbarramento del 10% con il 13% dei voti e conquista 79 seggi. L’affluenza alle urne è stata alta, l’86,49%.

Il risultato delle politiche è stato accolto questa mattina dai mercati con un tracollo del 5% della lira sul dollaro. La borsa di Istanbul ha aperto con un tonfo dell’8,2%.

A Ankara si apre ora una delicata fase per la formazione di un nuovo governo. Il presidente Erdogan, prevedono diversi analisti, dovrebbe incaricare una personalità dell’Akp, il partito che ha ottenuto più voti, di fare il primo tentativo, ricercando una alleanza con i nazionalisti del Mhp.

Prima del voto tutti i partiti di opposizione hanno escluso una possibile coalizione con l’Akp. Il dirigente del Chp a Istanbul Murat Katayalcin ha chiesto la scorsa notte che Erdogan dia l’incarico al leader del suo partito Kemal Kilicdaroglu. Insieme i tre partiti di opposizione hanno 292 seggi su 550. Mhp e Hdp sono però su posizioni opposte sul processo di pace in Kurdistan. C’è anche l’ipotesi di un governo Akp di minoranza fino a elezioni anticipate che Erdogan potrebbe convocare entro un anno.

La stampa di opposizione esulta e saluta una vittoria della democrazia sull’autoritarismo. Taraf scrive che gli elettori hanno bloccato il tentativo di Erdogan di trasformare il paese in una “dittatura”. Cumhuriyet, rivolto a Erdogan, titola in prima pagina “Eccoti la Nuova Turchia”, mentre Zaman scrive che i turchi “hanno detto basta!” al ‘sultano’.

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