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Ucraina: legge marziale a Donetsk, nuovi scontri

(Keystone-ATS) Resta rovente la situazione nella regione separatista di Donetsk: stamani le forze ucraine hanno ripreso a martellare Sloviansk e i villaggi vicini, compreso quello dove ha trovato la morte due giorni fa il fotoreporter italiano Andrea Rocchelli. Il bilancio è di almeno due morti tra le fila dei miliziani ribelli.

Le autorità dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, che rivendica l’indipendenza da Kiev, hanno imposto a partire da stamani la legge marziale in tutta la regione. Lo scopo, tuona minaccioso il comunicato di annuncio, è quello di ripulire la regione dalle unità militari ucraine. Il primo effetto tangibile della misura è stata l’occupazione parziale dell’aeroporto della città.

I miliziani filorussi hanno fatto irruzione alle prime luci dell’alba, chiedendo ai soldati fedeli a Kiev di lasciare lo scalo. I militari si sono rifiutati. A quanto si apprende, l’unica strada di accesso è bloccata dalle forze di polizia, al momento sono in corso negoziati.

Sul fronte politico, Mosca ha annunciato che rispetterà l’esito delle presidenziali ucraine, che hanno sancito ieri la vittoria dell’oligarca Petro Poroshenko. Ma il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov ha aggiunto che la Russia non vuole mediatori occidentali e ha ammonito che il proseguimento dell’operazione militare nelle regioni orientali sarebbe “un colossale errore”.

Poroshenko – riconosciuto di fatto come successore anche dal deposto Viktor Ianukovich – ha risposto a stretto giro, ribadendo che occorre difendere i civili da “terroristi” che vogliono trasformare il Donbass in una nuova Somalia, e che l’operazione militare proseguirà. Mentre ha annunciato l’intenzione di confermare l’attuale premier Arseni Iatseniuk – nominato ad interim dopo la rivolta di Maidan con la benedizione preventiva del dipartimento di Stato Usa – nell’incarico.

Da parte loro, i leader separatisti dell’autoproclamata repubblica autonoma di Donetsk hanno aperto oggi stesso uno spiraglio a un dialogo con Poroshenko, a patto che vi sia un’intermediazione russa. Ma per ora i combattimenti proseguono e in queste ore hanno anche impedito il trasferimento della salma di Rocchelli, tuttora nell’obitorio di Sloviansk.

Su tutta l’area, dalla mattinata, sono piovuti nuovi colpi di artiglieria e risuonati gli echi di sparatorie all’altezza di alcuni checkpoint.

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