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UDC: chiaro sì al secondo tunnel al San Gottardo

(Keystone-ATS) I delegati dell’Unione democratica di centro (UDC), riuniti oggi in assemblea a Locarno, si sono espressi a larga maggioranza (285 voti contro 6) in favore della costruzione del secondo tunnel autostradale al San Gottardo, contro la quale è stato depositato un referendum. I democentristi hanno inoltre deciso di raccomandare il “no” all’iniziativa dei Verdi liberali “Imposta sull’energia invece dell’IVA” e il “sì” all’iniziativa del PPD sulla defiscalizzazione degli assegni famigliari, in votazione il prossimo 8 marzo.

Per quanto riguarda i lavori di risanamento alla galleria del San Gottardo, il consigliere nazionale Ulrich Giezendammer (AG) ha dichiarato che una chiusura totale dei collegamenti stradali rappresenterebbe un “colpo mortale” per il turismo ticinese. Secondo Giezendammer, le capacità della nuova linea ferroviaria alpina non saranno sufficienti per assorbire tutto il traffico durante i lavori.

Dal canto suo, Adrian Amstutz (BE) – che è anche presidente dell’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG) – ha sostenuto che la campagna che precederà la votazione vedrà un confronto acceso tra “la protezione delle persone e la protezione delle Alpi”. La data della votazione non è ancora nota: il Consiglio federale dovrebbe deciderla il prossimo mese.

Brunner, reagire a decisione BNS con “deregulation”

Nel suo discorso d’apertura, il presidente Toni Brunner ha invece illustrato ai 300 delegati presenti le soluzioni dell’UDC per limitare i danni alla piazza economica svizzera a causa del rafforzamento del franco. A suo avviso, occorre puntare su una deregolamentazione amministrativa, su una politica migratoria più severa e un mercato del lavoro più flessibile.

Per difendersi sul piano internazionale di fronte all’apprezzamento del franco, dopo la decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) di abolire la soglia minima franco/euro, il comitato centrale dell’UDC ha inoltre deciso di incaricare la direzione di prendere contatto con il PLR e il PPD, ha spiegato Toni Brunner. L’obiettivo è di procedere assieme a una “semplificazione amministrativa” e a una riduzione generale della regolamentazione.

Secondo il consigliere nazionale sangallese, l’eccessiva regolamentazione concerne soprattutto i diritti doganali, della costruzione e dell’ambiente. A suo avviso, occorre rinunciare completamente alla Strategia energetica 2050. Il lavoro in Svizzera non deve essere rincarato con tasse e imposte nuove o aumentate, ha detto Brunner.

Un “no” e un “sì”

A Locarno, i democentristi hanno pure deciso le raccomandazioni di voto in vista delle votazioni federali del prossimo 8 marzo. Senza sorprese, con un solo voto a favore, i delegati si sono espressi contro l’iniziativa popolare dei Verdi liberali “Imposta sull’energia invece dell’IVA”. Ieri il comitato direttivo aveva respinto il testo all’unanimità.

“L’energia resta il privilegio di un’élite”, ha avvertito il consigliere nazionale Pierre Rusconi. Per sostituire integralmente gli introiti provenienti dall’IVA, occorrerebbe aumentare in modo eccessivo le tasse sull’energia. “Un accettazione dell’iniziativa provocherebbe un forte turismo della benzina nelle ragioni frontaliere, ha messo in guardia il ticinese.

Infine, i delegati dell’UDC hanno deciso – con 144 voti contro 96 – di raccomandare il “sì” all’iniziativa popolare del PPD “Sostenere le famiglie! Esentare dalle imposte gli assegni per i figli e gli assegni di formazione”. In Parlamento, i democentristi avevano votato contro il testo, ma di fronte alla pressione di diverse sezioni cantonali il comitato direttivo aveva deciso di sostenere il testo promosso dal Partito popolare democratico.

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