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UE, Juncker: sì a flessibilità ma intelligente

Il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker KEYSTONE/AP/VIRGINIA MAYO sda-ats

(Keystone-ATS) L’Ue vuole rilanciare la crescita, ma tenendo fermo il principio dei conti in ordine. Il patto di stabilità “funziona”, e, anche se “non è un patto di flessibilità, deve essere applicato in modo intelligente per non ostacolare la crescita”.

Lo ha detto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nel suo discorso sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria a Strasburgo. “I debiti dei paesi restano troppo elevati anche se dall’inizio della crisi i deficit sono diminuiti, dimostrando che il patto di stabilità funziona – ha ricordato Juncker nel giorno in cui si registra una brusca frenata per la produzione industriale europea: secondo Eurostat, il dato ha registrato una flessione dell’1,1% .

“L’Europa non è abbastanza sociale, e dobbiamo lavorare sui diritti, lo faremo con energia ed entusiasmo”, ha proseguito, sottolineando che nonostante dal 2013 a oggi siano stati creati 8 milioni di nuovi posti di lavoro, il livello di disoccupazione “resta ancora troppo alto”.

C’è un forte rischio di esclusione, ha aggiunto ancora Juncker, “serve un’Europa sociale”. Dunque non serve “un patto per la flessibilità, ma un’applicazione intelligente della flessibilità nel rispetto delle regole”.

La sfida della nuova fase dell’Unione è affidata al piano per gli investimenti della Commissione europea, che verrà esteso fino al 2022 con l’obiettivo di accrescere l’effetto leva del Fondo per gli investimenti strategici (Efsi) e mobilitare fino a 630 miliardi di euro.

“Vogliamo raddoppiare il piano per gli investimenti, per reperire almeno 500 miliardi di euro entro il 2020”, ha spiegato il capo della Commissione europea. Attualmente il piano per gli investimenti, voluto da Juncker e promesso nel 2014 in occasione della sua elezione a capo dell’esecutivo comunitario, intende mobilitare 315 miliardi di euro per grandi opere fino al 2018.

Le altre sfide individuate da Junker riguardano la difesa Comune europea e l’emergenza migranti. “L’Europa non può più permettersi di dipendere dalle singole capacità militari” nazionali, ha osservato il lussemburghese proponendo la creazione di un fondo comune per la Difesa. L’Europa, ha sottolineato, “deve accrescere le proprie capacità di difesa, e dobbiamo lavorare per capacità militari comuni europee in armonia con la Nato”.

Quanto alle migrazioni, per la Commissione si deve intervenire alle radici, migliorando le economie locali, e rendere migliori le condizioni di vita nei paesi da cui i migranti partono. È il principale obiettivo del Piano europeo per gli investimenti esterni (Eip) approvato oggi dalla Commissione europea. Il piano si inserisce nell’agenda per l’immigrazione dell’esecutivo comunitario e, sul modello del piano per gli investimenti per l’Ue, intende garantire il reperimento di almeno 44 miliardi di euro per i paesi dell’Africa e del vicinato.

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