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UE chiede a Berna e Tripoli gesti concreti per fine contenzioso

(Keystone-ATS) BRUXELLES/BERNA – Quella di mercoledì potrebbe essere la giornata cruciale per risolvere il contenzioso tra Libia e Svizzera, con l’incontro a Bruxelles tra Micheline Calmy-Rey e l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton. Potrebbe esserci anche il ministro libico Mousa Kousa, ma è tutt’altro che certo. Intanto l’UE ha chiesto a Berna e Tripoli “gesti concreti”.
L’incontro Calmy-Rey-Ashton è stato confermato in serata dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE): le due donne parleranno, oltre che di Europa, anche di questioni internazionali di attualità, importanti sia per l’UE che per la Svizzera, tra cui la situazione nel Caucaso meridionale, il processo di avvicinamento tra Armenia e Turchia, il conflitto nel Vicino Oriente e la situazione in Iran. Ma soprattutto della crisi nelle relazioni con la Libia.
La questione ha tenuto occupato oggi i ministri degli esteri dei Ventisette, riuniti a Bruxelles, che si sono trovati d’accordo sul fatto che “occorre sfruttare il peso collettivo dell’Unione” per fare in modo che i due paesi dimostrino concretezza. Non è stata tuttavia avanzata alcuna richiesta alla Svizzera di eliminare i 188 nomi di libici dalla “lista nera”, ma si è espresso “pieno sostegno” agli sforzi di mediazione portati avanti dalla Germania e dalla Spagna che presiede attualmente l’Unione europea.
Intanto proprio oggi Hannibal Gheddafi, figlio del colonnello libico, il cui arresto nel luglio 2008 a Ginevra ha innescato la crisi diplomatica tra Berna e Tripoli, ha sferrato un attacco diretto a Micheline Calmy-Rey. Dalla prima pagina del quotidiano arabo “Oea”, ha accusato la consigliera federale di aver avuto un ruolo nella pubblicazione delle foto che ritraggono lui e sua moglie dopo l’arresto; ha chiesto ai cittadini svizzeri di non crederle e ha invitato la ministra elvetica a ritirarsi dalla politica.

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