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Un milione di dollari della Cia finiti ad al Qaida

(Keystone-ATS) Un milione di dollari forniti dalla Cia al governo afghano sono finiti nelle mani di al Qaida. Lo rivela il New York Times.

Si tratta di una somma che l’agenzia d’intelligence americana aveva messo a disposizione dell’allora governo afghano attraverso un fondo segreto e che questo avrebbe utilizzato nel 2010 per pagare il riscatto richiesto per la liberazione di un diplomatico afghano rapito due anni prima.

La rivelazione del New York Times parte da alcune lettere trovate nel 2011 nel nascondiglio di Osama bin Laden ad Abbottabad, in Pakistan, nel raid delle forze speciali americane che portò all’uccisione del leader di al Qaida, che menzionano il pagamento del riscatto.

Materiale rimasto fino ad ora classificato, ma che è emerso nell’ambito del processo ad Abid Naseer a New York, condannato dieci giorni fa per aver complottato per preparare attacchi ad un centro commerciale di Manchester e alla metropolitana di New York.

Il quotidiano ricostruisce la vicenda di Abdul Khalid Farahi, console generale afghano a Peshawar, che era stato rapito nel 2008 e consegnato ad al Qaida. È stato liberato nel 2010 dopo che il governo afghano ha pagato cinque milioni di dollari. Una cifra non da poco e non facile da mettere insieme. Per questo si sarebbe attinto a un fondo segreto foraggiato dalla Cia con consegne mensili di banconote direttamente presso il palazzo presidenziale a Kabul, secondo il resoconto di diversi funzionari afghani coinvolti nella vicenda.

Così quel milione di dollari proveniente dagli Usa, insieme con altri quattro milioni raccolti -sembrerebbe- tra fondi provenienti da altri Paesi, finirono per foraggiare le casse di al Qaida contribuendo a finanziare la sua campagna del terrore proprio dopo che una massiccia campagna di bombardamenti da droni in Pakistan, proprio guidata dalla Cia, aveva decimato i vertici del network terrorista.

E dell’operazione per mettere insieme il riscatto necessario per rilascio del diplomatico Osama bin Laden in persona veniva puntualmente aggiornato:”Dio ci ha benedetti con una notevole somma di denaro questo mese” scriveva Atiyah Abd al-Rahman, il ‘general manager di al Qaida, in una lettera a bin Laden nel giugno 2010. Quest’ultimo aveva anche espresso il timore che i dollari americani potessero costituire una trappola, un modo per essere rintracciati.

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