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Unia: Vania Alleva nuova presidente, omaggio ad Ambrosetti

(Keystone-ATS) Vania Alleva è la nuova presidente di Unia. La 45enne, finora co-presidente assieme a Renzo Ambrosetti, è stata eletta oggi a Berna dai delegati del sindacato riuniti in assemblea.

Questi ultimi hanno reso omaggio al ticinese, che dopo quasi 40 anni di attività sindacale ad agosto andrà in pensione.

Dalla nascita di Unia nel 2004, Ambrosetti ha ricoperto la carica di co-presidente. Forte della sua vasta esperienza nei settori dell’industria e dell’artigianato, egli ha svolto un autorevole ruolo d’integrazione sia all’interno del sindacato che nei confronti del padronato e delle autorità, si legge in una nota diffusa dall’organizzazione. A succedergli nel comitato direttore è stata scelta la 38enne Véronique Polito, attuale segretaria centrale dell’Unione sindacale svizzera (USS).

Nel suo discorso d’investitura, la neo eletta Alleva, che riveste anche la carica di co-presidente dell’USS, ha esortato i delegati a “respingere gli attacchi borghesi volti a ridurre i salari, degradare le condizioni di lavoro e minare la previdenza per la vecchiaia”.

Fra le priorità per i prossimi anni, Alleva ha definito il rafforzamento della presenza nelle aziende, la tutela dei salari e delle condizioni di lavoro grazie a buoni contratti collettivi, così come l’equilibrio sociale e la sicurezza per tutti “invece dello smantellamento delle assicurazioni sociali e dei programmi di risparmio”. Il sindacato chiede pure rapporti regolamentati con l’Europa e “il rafforzamento delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone invece di contingenti per determinati gruppi di lavoratori”.

I delegati, prosegue la nota di Unia, hanno inoltre espresso solidarietà ai lavoratori dell’edilizia principale, il cui contratto nazionale mantello giungerà a scadenza a fine anno. Unia chiede agli impresari costruttori di rinunciare alla loro politica di blocco e a sedersi al tavolo negoziale per scongiurare un vuoto contrattuale nel 2016.

Unia invita infine la Banca nazionale a modificare la sua politica per garantire un tasso di cambio del franco utile all’economia, non nocivo. L’attuale politica della Banca nazionale “mette a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro”, sottolinea il sindacato.

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