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USA: è allarme antrace in laboratori CDC di Atlanta

(Keystone-ATS) Allarme carbonchio al Centro per il Controllo e la Prevenzione delle malatie di Atlanta (CDC, Centers for Disease Control): fino a 75 scienziati dei laboratori governativi per il controllo e la prevenzione delle malattie potrebbero esser rimasti esposi al letale batterio che nell’autunno 2001 provocò cinque morti negli Usa scatenando in panico in un paese ancora sotto shock per le stragi dell’11 settembre.

Ai ricercatori sono state offerte terapie per prevenire le conseguenze dell’esposizione, tra queste un ciclo di 60 giorni a base di Cipro, un potente antibiotico, o l’iniezione del vaccino contro l’antrace, hanno reso noto i CDC.

Il fatto sarebbe avvenuto la scorsa settimana in un laboratorio ad altissima bio sicurezza quando qualcuno non ha seguito le procedure previste per la disattivazione dei batteri. L’antrace “vivo” è stato quindi trasferito in un altro laboratorio di bassa sicurezza non equipaggiato per maneggiarlo.

L’agenzia ha scoperto la potenziale esposizione la sera del 13 giugno e ha immediatamente contattato i ricercatori coinvolti, ha detto Paul Meechan, direttore dell’ufficio di sicurezza ambientale dei CDC.

Se il trasferimento nel laboratorio a bassa sicurezza sia stato accidentale o intenzionale sarà una inchiesta a scoprirlo e nel caso verranno prese le necessarie misure disciplinari. “Nessun dipendente ha comunque mostrato finora alcun sintomo”, ha aggiunto Meechan.

L’antrace è particolarmente insidioso e potenzialmente letale se ne vengono inalate le spore, meno pericoloso se il contatto è cutaneo. Normalmente l’incubazione dura da cinque a sette giorni anche se ci sono casi documentati in cui la malattia è scoppiata dopo addirittura due mesi.

Sarebbero almeno sette i ricercatori entrati sicuramente in contatto con il batterio, ma l’agenzia ha allargato la rete per assicurare che tutto il personale passato attraverso i laboratori a rischio possa ricevere le terapie adeguate. I

casi di antrace nel 2001 cominciarono a una settimana esatta dalle stragi dell’11 settembre 2001: l’inchiesta che ne seguì fu una delle più complesse e difficili del sistema giudiziario americano. I sospetti ricaddero su diversi e possibili sospetti che potevano avere i più disparati moventi per gli attacchi: gruppi neonazisti, servizi segreti di Saddam Hussein, al Qaida.

Il 4 aprile 2005 dai documenti della FBI emerse il nome di Bruce Ivins, scienziato del laboratorio militare di Fort Detrick, Frederick (Maryland). Ivins si uccise tre anni dopo con un’overdose di tranquillanti a un mese di distanza dall’annuncio della sua incriminazione. Secondo la magistratura federale, che ha chiuso il caso, sarebbe stato il solo responsabile.

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