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Usa: 30enne muore dopo Covid party, “pensavo fosse bufala”

Il Texas è fra gli stati più colpiti dalla pandemia. KEYSTONE/AP/David J. Phillip sda-ats

(Keystone-ATS) “Penso di aver fatto un errore. Credevo fosse una bufala, ma non lo era”: sono le ultime parole di un uomo di 30 anni a un’infermiera, il giorno prima di morire dopo aver partecipato in Texas a un party Covid-19, convinto che il coronavirus fosse solo un’invenzione.

A raccontarlo ai media è stata Jane Appleby, responsabile medico del Methodist Hospital di San Antonio, dove il paziente è deceduto. La dirigente non ha rivelato quando si è svolto il party, né quanti invitati ci fossero o dopo quanto tempo l’uomo è stato ricoverato. “Ho voluto condividere questa storia per ammonire tutti, a partire dai giovani, specialmente qui in Texas, uno degli Stati con un crescente numero record di contagi”, ha spiegato. Nel Lone Star State ci sono stati finora oltre 3200 morti e più di 258 mila casi, di cui 8332 nelle ultime 24 ore.

Quella dei Covid party è una moda diffusasi in Usa per verificare l’esistenza del virus, negata da alcuni cospirazionisti, o per esporre intenzionalmente i partecipanti al coronavirus allo scopo di ottenere l’immunità. È partita dallo Stato di Washington, uno dei primi colpiti, e ha attecchito in diverse zone del Paese. In Alabama sono stati scoperti persino raduni tra studenti universitari con premi in denaro a chi si ammala per primo.

L’idea di farsi contagiare di proposito non è una pratica nuova in America. In passato, prima che ci fosse il vaccino, molti genitori erano soliti portare i loro figli alle cosiddette “feste della varicella” per farli venire a contatto con altri bambini malati nella convinzione che fosse più pericoloso contrarla da adulti. Ma i medici avvisano che il coronavirus non si comporta come la varicella e può essere letale anche per i giovani, senza considerare che sopravvivere a un contagio non è garanzia di immunità duratura.

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