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USA: definizioni “orientale” e “negro” cancellati da leggi

Il presidente Barack Obama ha approvato un provvedimento che rettifica due leggi federali degli anni Settanta in cui le minoranze erano definite in modo insultante e datato (foto d'archivio). KEYSTONE/EPA UPI/MIKE THEILER / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) “Orientale” e “negro” sono termini dispregiativi e non hanno diritto di cittadinanza nella legge americana.

Con un colpo di penna, alla vigilia del suo viaggio in Vietnam, il presidente Barack Obama ha approvato un provvedimento che rettifica due leggi federali degli anni Settanta in cui le minoranze erano definite in modo insultante e datato.

D’ora in poi gli americani di origine asiatica dovranno essere definiti asiatico-americani, mentre afro-americano è la corretta designazione della gente di colore. Obama ha ratificato una legge varata dal Congresso all’unanimità su proposta di Grace Meng, una parlamentare di New York, che ha espresso soddisfazione a nome della comunità asiatico-americana a cui appartiene: “Il termine orientale non deve aver più diritto di cittadinanza nella legge federale, ed era ora che questo termine denigratorio e datato venisse cancellato per sempre”.

Se infatti “negro” è una parola da sempre associata con odio di razza e segregazione al punto che nel 2013 gli uffici del censimento l’hanno abolita tra le minoranze in cui i residenti Usa si potevano identificare, più sottile è la connotazione di “orientale”, un termine associato con una serie di stereotipi negativi di cui sono stati vittima nel ventesimo secolo i discendenti degli emigrati da Giappone, Corea, Cina e altre nazioni asiatiche. “Orientale si definisce un tappeto, non una persona”, aveva detto l’allora governatore di New York David Paterson firmando una legge del 2009 che cancellava il termine dai documenti statali.

La battaglia sui termini denigratori ha fatto dunque un passo avanti ma non è per nulla finita. Che dire ad esempio della polemica sulla squadra di football di Washington, i Redskins, che ha contrapposto il proprietario Daniel Snyder e il capo della NFL Roger Goodell agli attivisti secondo cui i nativi americani si offendono ad essere chiamati “pellerossa”? Un recente sondaggio ha dato a questi ultimi torto: secondo nove “indiani d’America” su dieci, la parola non è offensiva, così come del resto per alcuni neri definirsi “negro” è un punto di onore e di diversità.

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