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USA: giù richieste disoccupazione; Geithner, allarme lavoro resta

(Keystone-ATS) NEW YORK – Le richieste di sussidi alla disoccupazione calano ai minimi dal dicembre 2008, segnalando come l’economia americana potrebbe a breve iniziare a creare occupazione.
Anche se la ripresa economica porterà a un miglioramento del mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione resterà “a un livello inaccettabilmente elevato ancora per molto tempo. Per farlo scenderà servirà tempo, e questo a causa dei danni provocati dalla recessione”, afferma il segretario al Tesoro Timothy Geithner in un’intervista alla NBC.
I dati ufficiali sul mercato del lavoro saranno resi noti domani: gli analisti stimano che l’economia americana abbia creato in marzo 200.000 posti, con un tasso di disoccupazione inchiodato al 9,7%. Se le previsioni si rivelassero esatte, si tratterebbe del secondo maggior aumento di posti di lavoro da dicembre 2007 e del maggiore da marzo 2007. Dall’inizio della recessione l’economia americana ha bruciato 8,4 milioni di posti lavoro.
A gelare l’ottimismo in vista di domani è stato nelle ultime ore il sondaggio dell’Adp sull’andamento dell’occupazione nel settore privato in marzo, dal quale è emersa la perdita di 23.000 posti. Secondo Challenger, Gray & 38; Christmas, invece, i licenziamenti programmati dalle aziende Usa il mese scorso sono calati del 55% a 67,611 da 150.411 dell’anno precedente. “I dati di domani saranno positivi” prevede Global Insight. Goldman Sach – riporta l’emittente Cnbc – ha rivisto al ribasso la propria stima per domani, prevedendo la creazione di 200.000 posti contro i 275.000 precedentemente stimati.
La ripresa economica in atto, destinata a far sentire i suoi effetti anche sul mercato del lavoro, è spinta dall’industria manifatturiera: l’indice Ism che monitora l’andamento del comparto manifatturiero negli Usa è salito in marzo a 59,6, ai massimi da luglio 2004. “Collocandosi poco sotto quota 60, l’indice lascia prevedere una crescita del pil molto sostenuta e poco superiore al 5%”, osserva Paul Ashworth, analista di Capital Economics. “Il settore manifatturiero orientato alle esportazioni sta evidentemente beneficiando della ripresa degli scambi mondiali, mentre il comparto più orientato ai consumi nazionali sta ancora soffrendo”.
La ripresa economica e lo stato di salute del mercato immobiliare, quello al centro della crisi, si trovano a dover affrontare il test della fine del programma di aiuti Fed da oltre mille miliardi di dollari. La scadenza del programma ha avuto come effetto immediato quello di far salire i tassi sui mutui trentennali per la terza settimana consecutiva.

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