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USA: Golden Globes, vince Boyhood, film durato 12 anni

(Keystone-ATS) La perseveranza paga. Un film la cui realizzazione è durata 12 anni, Boyhood, è stato il grande vincitore della 72ma edizione dei Golden Globes, i premi assegnati dall’Hollywood Foreign Press Association che riunisce i giornalisti stranieri della città del cinema.

Il film che racconta la vita di una famiglia attraverso gli occhi di un ragazzo, dai primi anni della sua vita sino alla adolescenza e che ha visto documentata la reale crescita di Mason, interpretato da Ellar Coltrane, ha vinto il globo d’oro come miglior film drammatico, oltre a quello per la regia, a Richard Linklater, e per la migliore attrice non protagonista, Patricia Arquette. Boyhood dunque consolida la sua posizione di frontrunner nella corsa agli Oscar che concluderanno la stagione dei premi, il 22 febbraio.

Meno scontata la vittoria di Grand Budapest Hotel, nella categoria migliore commedia o musical. Il film di Wes Anderson ha battuto il favorito Birdman che però ha portato a casa il premio alla migliore sceneggiatura e al migliore attore protagonista, Michael Keaton. Quest’ultimo, con il ruolo di un attore di comic-movies sul viale del tramonto, ha provocato un effetto inverso alla sua carriera ed ora è dato fra i favoriti anche alla corsa agli Oscar. “Vincere i premi è bello, ma può essere anche un tranello. Non voglio dire di non essere contento, ma bisogna non farsi divorare dall’egocentrismo”, ha affermato in sala stampa l’ex Batman.

Diminuiscono invece le chance da Oscar per Jennifer Aniston. L’ex Rachel di Friends, per la prima volta impegnata in un ruolo drammatico, imbruttita e ingrassata in Cake, è stata battuta da Julianne Moore nel film sul dramma dell’Alzhaimer, Still Alice. La Moore era candidata anche nella categoria migliore attrice brillante, ma a vincere quel Globo d’oro in questo caso è stata Amy Adams per Big Eyes, ultima fatica di Tim Burton.

Eddie Redmayne ha vinto il Globe per il migliore ruolo drammatico, interpretava il fisico paraplegico Steven Hawking nel film tratto dalla biografia della moglie Jane, La teoria del tutto: “Ringrazio mia moglie, da due settimane, per venire qui abbiamo dovuto tagliare la luna di miele, le avevo promesso il sole, mi è andata male”, ha detto l’attore inglese. Per interpretare la parte di Hawking, Redmayne ha incontrato l’astrofisico “Ha un carisma eccezionale”, ha commentato Redmayne col Golden Globe in mano.

Sul palco, alle battute si sono alternati momenti più seri dedicati a quanto accaduto in Francia. Jared Leto è stato il primo a ricordare l’attentato alla redazione di Charlie Hebdo e ha annunciato: “Je suis Charlie”. George Clooney, che ha ottenuto il premio alla carriera Cecil B. DeMille, in sala stampa ha detto: “Spero che questa tragedia non alimenti ulteriormente il sentimento anti-islamico già troppo diffuso. Spero non ci siano reazioni troppo forti in questo senso, bisogna fare attenzione. Il cinema prende spunto dalla realtà, ma ci vorranno un paio di anni prima che una bella sceneggiatura possa aiutarci a capire gli eventi di oggi sul grande schermo”.

Sul fronte della televisione da sottolineare la vittoria di Transparent, serie tv che racconta il mondo dei transgender. Jill Soloway, produttrice e ideatrice della serie racconta come sia nata l’idea di portare in tv la storia di una transgender 70enne che decide di svelare la propria identità ai figli. “Mio padre è transgender, lo ammiro per la sua dignità, forza e coraggio. La prima cosa che ho pensato quando me lo ha detto è stato, che coraggio che ci vuole, la seconda: è un’ottima idea per un telefilm”. Jill Soloway ha dedicato il suo Golden Globe a Leelah Alcorn, una transgender teenager morta suicida lo scorso dicembre.

Kevin Spacey, miglior attore protagonista di una serie drammatica per House of Card ha elogiato i nuovi nuovi sistemi di produzione alternativa: “Ora ci sono compagnie come Amazon e Netflix che si fanno avanti come produttori. Netflix ci ha dato carta bianca, nessun altro network si era comportato così. Ha saputo osare e questo premio è meritato”.

Tina Fey e Amy Poehler per il terzo anno consecutivo hanno condotto la serata con eleganza, anche se non sono mancate le battute un po’ più sferzanti, dedicate quasi tutte alla vicenda della violazione informatica alla Sony: “Buonasera mocciosi senza talento”, ha aperto la Polher, riferendosi alla frase con cui era stata apostrofata Angelina Jolie in una mail pubblicata dagli hacker. La battuta più piccante però è stata rivolta a Bill Cosby e alle recenti accuse di stupro. Le due presentatrici hanno descritto La bella addormentata come “una ragazza che credeva di aver preso solo un caffè con Cosby”.

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