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USA: Obama, appello bipartisan su sanita’ ma piano B

(Keystone-ATS) NEW YORK – Il conto alla rovescia è iniziato. Il presidente statunitense Barack Obama, pronto a spendere sul sogno della mutua per tutti gran parte del suo capitale politico, ha lanciato a una quarantina di deputati e senatori un appello al consenso bipartisan.
“Non concentriamoci su quanto ci divide, ma su quello che ci unisce”. La Casa Bianca ha dato a Capitol Hill tempo fino al 26 marzo, un mese da domani, per condurre in porto l’ambiziosa riforma sanitaria che per 75 anni ha eluso i suoi predecessori.
Ma è un countdown serrato e il consenso è difficile. Nel rispondere a nome dei repubblicani il senatore del Tennessee ed ex candidato alla Casa Bianca Lamar Alexander ha invitato a “archiviare le leggi sul tavolo e ripartire da una pagina bianca”. Non c’é tempo per ricominciare daccapo, ha replicato la Speaker democratica della Camera Nancy Pelosi. Consapevole che senza riforma il resto dell’agenda rischia il fiasco, la Casa Bianca sta lavorando a un piano B, una riforma snellita di aspetti fondamentali nel caso in cui la mediazione non dovesse passare in Congresso e nell’opinione pubblica.
L’approccio alternativo – secondo fonti citate dal Wall Street Journal – prevede il dimezzamento del ‘pool’ di nuovi assicurati: passerebbero da 31 milioni a circa 15 milioni di cittadini Usa. Questo obiettivo, con costi per le casse federali di un quarto rispetto ai 950 miliardi della mediazione Obama, verrebbe raggiunto imponendo alle società di assicurazione di permettere ai giovani fino a 26 anni di restare nei piani mutualistici dei genitori e allargando, ma di misura, due programmi federali, Medicaid (la mutua dei poveri) e la Children’s Health Insurance Program.
Ad oggi però un piano B ufficialmente non esiste: esiste invece lo sforzo di Obama di convincere gli americani che la riforma non deve essere politicizzata: “Non è teatro politico, non è una battaglia ideologica”. Ma poi, rivolto all’ex rivale del 2008 John McCain: “La campagna elettorale è finità. Una provocazione per il senatore repubblicano. Me lo ricordo sempre. Ogni giorno”.
Fantasmi del passato. Sul dibattito ha aleggiato lo spirito di Ted Kennedy: la riforma è “un diritto, non un privilegio”, ha detto la Pelosi evocando il sogno infranto del fratello di Jfk morto in agosto di cancro al cervello e il cui seggio è stato conquistato in gennaio dal repubblicano Scott Brown scardinando la supermaggioranza blindata che avrebbe agevolato l’approvazione del piano quando era quasi in dirittura d’arrivo.
Mutua per tutti, non solo per Sasha e Malia Obama: “Quando Sasha si ammalò di meningite e la portammo in ospedale ci chiedemmo che sarebbe successo se non non fossimo stati assicurati”, ha detto il presidente che ha dato muscoli al suo appello con esempi personali: l’altra figlia Malia al pronto soccorso con l’asma, la madre Ann malata di cancro che invece di “concentrarsi a stare con la famiglia mentre si preparava a morire, doveva battagliare al telefono con le assicurazioni che non volevano pagare i conti”.
Era la prima volta che la Blair House ospitava un vertice di tali proporzioni: fuori, su Pennsylvania Avenue, un centinaio di manifestanti di destra e di sinistra avevano trovato un accordo bipartisan per schierarsi contro la riforma. La maratona di oltre sei ore – interrotta per pranzo e un voto fuori programma alla Camera – è stata trasmessa in diretta da Cnn e Fox, in parte dalla MsNbc, oltre che dalla rete politica C-Span. Ma la Cnn, allo scoccare della prima ora, ha staccato la diretta per mandare avanti un primo spot, indicativo dell’audience: quello di una azienda che produce cateteri.

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