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USA: Obama “avverte” Pyongyang, B-52 sorvola Corea del Sud

(Keystone-ATS) Un bombardiere B-52 statunitense ha sorvolato la Corea del Sud ed è sceso in picchiata su una base aerea vicino al confine tra Nord e Sud.

Si tratta di una dimostrazione di forza americana dopo il test di un ordigno nucleare che Pyongyang sostiene essere all’idrogeno, e dimostra come la tensione sia montata al punto da evocare atmosfere da Guerra Fredda.

È la risposta alla “provocazione” di Pyongyang: La Casa Bianca ha bollato così il gesto della Corea del Nord, pur esprimendo dubbi sulla natura del test. Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha affermato che il test è stato un atto di auto-difesa per prevenire la guerra nucleare con gli Usa. “È il legittimo diritto di uno Stato sovrano e una giusta azione che nessuno può criticare”, ha detto citato dai media nordcoreani.

Per Washington è un inequivocabile atto di propaganda, la cui risposta oggi è chiara, e giunge sotto forma di conferma da parte degli Usa dell’impegno inossidabile al fianco degli alleati. Lo ha ricordato anche il “chief of Staff” del presidente Barack Obama, Denis McDonough, che interpellato dalla CNN ha spiegato come non vi debba essere alcun dubbio sulle intenzioni dell’America di ribadire e dimostrare il suo impegno per la protezione degli alleati Corea del Sud e Giappone.

Così, nel confermare che il B-52 affiancato da un F15 sudcoreano ed un F16 americano è rientrato alla base di Guam, anche i militari statunitensi mettono nero su bianco che si è trattato della “dimostrazione dell’inviolabile impegno verso i nostri alleati in Corea del Sud, in Giappone, e per la difesa del nostro territorio americano”.

Alla dimostrazione di forza segue però l’appello, che si fa globale, con l’intenzione dichiarata di isolare Pyongyang, metterla nell’angolo, costringerla a rispettare i limiti dettati dalla comunità internazionale. E in questo è tanto cruciale quanto delicato il ruolo della Cina. E l’America non manca di ricordarlo a Pechino, anche oggi con parole e con fatti. Non è tuttavia ancora chiaro quale sia il livello di coinvolgimento che la Cina intende abbracciare, sebbene l’exploit di Kim Jong-un non può certo risultare gradito a Pechino, in quanto elemento di disturbo sulla tela di suoi rapporti ed equilibri internazionali che la Cina sta tessendo.

Così l’appello del segretario di Stato Usa John Kerry a reagire presso Pyongyang insieme con la riunione d’urgenza convocata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu pronto ad applicare sanzioni, sono un concentrato di pressioni di cui la Cina avrebbe fatto a meno.

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