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USA: Obama e il cambiamento climatico, “la soluzione c’è”

(Keystone-ATS) Il cambiamento climatico è “la più grande minaccia” che pesa sul pianeta; “non può più essere negato o omesso. E gli interventi non possono più essere ritardati”. Lo ha detto il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.

Lo scenario non poteva essere più appropriato e anche convincente: il presidente americano è andato fino in Florida, nel parco naturale di Everglades, una rigogliosa palude di 600’000 ettari che è tra i tesori naturalistici degli Stati Uniti e – tra le mangrovie e anche qualche alligatore – ha assunto i toni da ‘commander in chief’ nella guerra ai cambiamenti climatici.

Obama vuole che l’America guardi in faccia quella che a suo avviso è una realtà, che sia consapevole delle conseguenze dei cambiamenti climatici e che agisca, in fretta, per arginarne i danni. “Non si possono più negare i cambiamenti climatici – ha detto dal parco della Florida scelto non a caso nella Giornata della Terra – (il tema) non può essere cancellato. Non può essere omesso dalla conversazione. E non si più rimandare l’azione. Per questo ho impegnato gli Stati Uniti ad essere guida nel mondo per la lotta a questa minaccia”.

Il messaggio è chiaro, il tono determinato, ed è rivolto soprattutto a chi, da Capitol Hill in particolare, ritiene invece che l’urgenza non ci sia e nega al presidente una politica nazionale, coordinata e articolata su questo piano. Obama ha già dato il ‘buon esempio’ prendendo decisioni esecutive sul taglio delle emissioni serra, impegnandosi in questo senso in una inedita collaborazione con la Cina in vista del vertice internazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a Parigi alla fine dell’anno.

Ma il tema è tutt’altro che in cima all’agenda nazionale, con i repubblicani (la maggioranza Congresso Usa) che non ne riconoscono né la necessità né l’urgenza. Interpretando così anche un sentimento abbastanza diffuso in alcune parti del Paese: proprio in Florida per esempio la stessa espressione ‘climate change’ è stata considerata di fatto bandita dopo che ai funzionari del locale Dipartimento per la Protezione dell’Ambiente (Dep) era stato imposto un “divieto non scritto” di usare tali espressioni nella corrispondenza.

Il dibattito però è destinato ad imporsi nella campagna elettorale per le presidenziali del 2016 (diventando in questo già parte della “eredità Obama”) e di cui proprio la Florida potrebbe essere protagonista in quanto terreno di battaglia con due potenziali candidati di peso: il 43enne senatore Marco Rubio che ha già ufficializzato la sua discesa in campo per la nomination repubblicana e Jeb Bush, fratello minore di George W. ed ex governatore della Florida, dato anche lui come probabile contendente sul fronte repubblicano.

Da qui però oggi il presidente ha ribadito la sua sfida: “Questo non è tra i problemi di impossibile soluzione. Possiamo risolverlo se c’è la volontà politica. E possiamo risolverlo in maniera da creare posti di lavoro. Possiamo risolverlo in maniera che non danneggi la nostra economia ma che vi porti vantaggi. Ed è un tema bipartisan”.

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