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Usa: sfida cinese, Dagong taglia rating

(Keystone-ATS) Dagong, la sfida cinese alle agenzie di rating occidentali, è andata giù a muso duro: ha abbassato il giudizio sugli Usa di un gradino, da A+ ad A, ai livelli di Russia, Polonia, ma con l’aggravante dell’ outlook ‘negativò, come la Spagna.

Il via libera del Congresso americano al rialzo del debito ha evitato un default dagli effetti imprevedibili, ma non ha mutato lo scenario di base che vede l’aumento del indebitamento battere in velocità la crescita economica e le entrate fiscali.

In altri termini, la crisi del debito sovrano Usa ha tutti i caratteri della insosteniblità sul lungo termine, a maggior ragione se si considera che a fine 2012 – secondo Dagong – il debito federale supererà il Pil.

Il percorso “punitivo” era peraltro chiaro: l’agenzia aveva, appena il 14 luglio, abbassato l’outlook a ‘negativò mentre a novembre aveva tagliato il giudizio da AA a A+.

Dagong, fondata nel 1994 in Cina col sostegno delle autorità di Pechino (la proprietà non è chiara), è la prima agenzia non occidentale che da luglio 2010, con la presentazione del suo primo rapporto sull’affidabilità creditizia di 50 Paesi (il cui aggiornamento è stato illustrato lo scorso mese), ha iniziato a cimentarsi col rischio sovrano, sfidando l’oligopolio mondiale delle tre ‘sorellè Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch, tutte ferme (almeno per ora) sul riconoscere a Washington il massimo giudizio di merito.

Fitch ha confermato la “AAA”, Moody’s la “Tripla A” (sia pur introducendo l’outlook negativo, non escludendo un intervento in futuro al ribasso), mentre i mercati tengono il fiato sospeso sulle mosse di Standard & Poor’s.

L’agenzia cinese, vista finora uno strumento per sondare gli umori dei piani alti (finanziari) di Pechino, ha acquisito peso progressivamente, sulla scia dell’influenza crescente di Pechino in Asia e nel mondo. Le è stata negato dalla Sec, l’Authority sui mercati finanziari Usa, il riconoscimento per diventare “un’organizzazione riconosciuta a livello nazionale di rating statistico”, perchè “non è stato possibile per Dagong uniformare i libri contabili, produrre e permettere il controllo in linea con le leggi federali”. L’agenzia aveva rifiutato il diktat obiettando che avrebbe dovuto rimuovere ‘segreti di Statò dai documenti richiesti dalla Sec.

A luglio, la Cimb, tra i primari istituti di credito malesi, è diventata la prima banca dell’area Asean a potersi fregiare del rating ‘made in Dagong’. Il suo numero, Nazir Razak, aveva espresso, nella cerimonia tenuta a Pechino, l’opportunità di avere una solida agenzia di rating asiatica, alternativa alle “sorelle” occidentali.

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