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Usa: staminali; appello Casa Bianca contro stop giudice

(Keystone-ATS) WASHINGTON – Barack Obama andrà fino in fondo. La sua amministrazione presenterà appello contro la decisione del giudice federale che ieri ha temporaneamente bloccato l’uso di soldi pubblici per finanziare la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Lo ha annunciato il portavoce del Dipartimento della Giustizia.
In precedenza la Casa Bianca aveva definito “cruciali” le ricerche sulle cellule staminali, tornando a ribadire esplicitamente il proprio appoggio a questo tipo di ricerche, sott’accusa dal mondo cattolico e dal Vaticano perché, a loro dire, distruggerebbero embrioni umani.
Lo stesso vice-portavoce della Casa Bianca Bill Burton aveva detto che la amministrazione Obama stava “esaminando tutte le possibili opzioni per fare in modo che possa continuare questo tipo di ricerca, così cruciale per la possibilità di salvare vite umane”.
Obama aveva firmato l’anno scorso un ordine esecutivo, paragonabile a un decreto legge, che permetteva l’ampliamento delle possibilità di ricerche nel campo delle cellule staminali. Negli Stati Uniti, però, la disputa riguarda ormai solo le ricerche che ricevono fondi pubblici e non quelle alimentate da fondi privati.
“Il presidente Obama – ha sottolineato Burton – ha spiegato in modo chiaro la sua politica sulle cellule staminali, una ricerca che ha un impatto potenziale sulle vite di milioni di americani. Il presidente pensa che le ricerche sulle staminali siano necessarie ed ha stabilito rigorose norme etiche al riguardo”.
Ieri però il giudice federale Royce Lamberth aveva dato invece ragione ai promotori di un’azione legale che sostengono che l’ordine esecutivo di Obama violi le leggi federali esistenti, che proibiscono l’uso di fondi pubblici per ricerche che possono distruggere gli embrioni umani.
“È una decisione devastante – aveva commentato Amy Rick, presidente della Coalizione per il Progresso della Ricerca Medica – Le ricerche sulle cellule embrionali hanno un immenso potenziale per salvare vite umane”.
Tra le opzioni a disposizione della Casa Bianca c’era quella di presentare appello alla decisione del giudice o di modificare le norme dell’ordine esecutivo. Alla fine ha prevalso la prima opzione.

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