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USA 2012: Obama ora scelta epocale, in gioco nostro futuro

(Keystone-ATS) “In palio non c’é solo una scelta tra due candidati o due partiti, ma tra due diversi percorsi per l’America, tra due visioni fondamentalmente diverse del futuro. Qualcosa che segnerà la vita nostra e dei nostri figli per decenni”. Barack Obama lancia l’appello alla mobilitazione generale usando toni gravi quasi apocalittici, nel suo discorso di accettazione della candidatura che conclude la Convention di Charlotte. Spinge forte sulle grandissime differenze che esistono tra lui e Mitt Romney, che cita solo una volta per nome e chiama “il mio oppositore”. E soprattutto chiarisce che per sanare l’economia nessuno può pensare di avere la bacchetta magica.

Ai suoi elettori chiede una prova di maturità. Altro che Hope e Change. Stavolta vuole parlare alla testa, ai portafogli vuoti, più che al cuore. La situazione è grave, e non permette voli pindarici, suggestioni emotive o trovate retoriche. Così, all’insegna del ‘low profile’, Obama ripercorre la strada del realismo proposto ieri da Bill Clinton, dicendo esplicitamente che per risanare i conti e far ripartire la locomotiva americana serviranno “diversi anni. La ripresa – insiste Barack – non sarà né rapida, né facile”, come qualcuno pensa, proponendo ricette miracolistiche. “Resta molto lavoro da fare per risolvere i problemi accumulati nel corso dei decenni”.

La moglie e le figlie lo ascoltano in prima fila, accanto a Joe Biden e signora. Si comincia con gli U2 e la loro ‘City of Blinding Light’. Ma la serata non è all’insegna dei lustrini o degli effetti speciali. Non è tempo di prendere in giro la gente. I tempi a venire saranno ancora di lacrime e sangue. Tocca le corde del patriottismo, parlando con orgoglio della ripresa dell’auto ‘made in Usà. E ripete molte volte la parola cittadinanza, che sembra sostituire lo spazio lasciato vuoto da Hope e Change.

Ma il nocciolo del discorso è come convincere l’America ad avere ancora pazienza: “Non pretendo di dire che il percorso che vi sto offrendo sia semplice o facile. Non l’ho mai fatto. Sono stato eletto – attacca Obama con voce grave – per dirvi la verità, e non quello che volevate sentire”.

Ma malgrado il quadro sia così’ fosco, Obama, proprio perché consapevole della situazione, rivendica di avere ancora le carte in regola per tirare il suo Paese fuori dai guai. Quindi quasi ammonisce, rivolgendosi direttamente a chi lo segue in tv: “Sappi, America, che i nostri problemi possono essere risolti. Le nostre sfide possono essere vinte. Il percorso che offriamo può essere più difficile, ma conduce a futuro migliore. E sto chiedendo di scegliere quel futuro”. E per farlo riprende l’insegnamento di una delle icone dei progressisti americane: quel Franklin Delano Roosevelt che riuscì a unire un Paese per uscire dalla Grande depressione.

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