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USA 2016: 13 minuti bugie, video virale contro Hillary

Hillary Clinton presa di mira da un video KEYSTONE/AP/ANDREW HARNIK sda-ats

(Keystone-ATS) Sta diventando un incubo per la frontrunner democratica alla Casa Bianca Hillary Clinton un video di 13 minuti, postato su Youtube e rilanciato dal Washington Post, con tutte le sue “bugie” e retromarce.

Il video mostra le dichiarazioni contraddittorie della Clinton dai matrimoni gay all’emailgate, dal suo giudizio su Wall Street a quello sull’accordo commerciale Nafta firmato dal marito Bill quando era presidente, fino all’assistenza sanitaria per tutti.

In alcuni casi si potrebbe dire che si tratta di prese di posizione che cambiano nel tempo. Ma il filmato, visto da circa 7 milioni di persone, trasmette sostanzialmente la sensazione di una Hillary camaleontica, che prende posizione a seconda della convenienza in un dato momento politico, facendola sembrare inaffidabile perché non sincera, confermando i risultati di molti sondaggi.

Il video si apre con il tema delle nozze gay. La Clinton sostiene di essere stata “sempre coerente”, ma subito dopo appare uno spezzone di un’intervista del 2002 in cui l’ex First Lady risponde con un secco “no” alla domanda se lo Stato di New York dovrebbe riconoscere i matrimoni omosessuali. Due anni dopo, davanti al Senato americano, Hillary insiste sul fatto che il matrimonio è un legame tra un uomo e una donna. Ma nel 2013 l’ex segretaria di Stato, in un video elettorale, annuncia di sostenere i matrimoni tra gay e lesbiche.

Imbarazzante anche il suo iniziale tentativo di sostenere che gran parte delle email che transitavano sul suo server privato, quando era segretaria di Stato, era personale. Piroetta anche su Wall Street, da cui è stata ampiamente finanziata nel corso degli anni: difesa nel 2007, messa sotto accusa ora. Idem per l’accordo Nafta.

Nel video non viene risparmiata neppure la bugia sulla sua visita in Bosnia nel 1996, durante la quale l’aereo dell’allora first lady sarebbe stato nel mirino di un cecchino, come raccontò poi in campagna elettorale, salvo poi essere smentita da immagini e testimonianze.

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