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Usa 2020: dibattito dem, tutti contro Pete e Bernie

I candidati democratici alla Casa Bianca Pete Buttigieg e Bernie Sanders. KEYSTONE/AP/Charles Krupa sda-ats

(Keystone-ATS) Pete Buttigieg e Bernie Sanders: è il loro momento. La conferma arriva dal palco di Manchester, in New Hampshire, lo Stato dove martedì 11 febbraio si voterà per il secondo appuntamento delle primarie democratiche in Usa.

La strana coppia di contendenti (i due si tolgono esattamente 40 anni) si è data battaglia nel dibattito tv a quattro giorni dalla nuova sfida elettorale, ma si è dovuta a sua volta difendere da un fuoco di fila di attacchi da parte degli altri candidati. In primis Joe Biden ed Elizabeth Warren, che temono di perdere sempre più terreno e dunque la spinta necessaria per andare avanti. Ma la loro offensiva davanti a milioni di telespettatori sembra aver prodotto scarsi risultati.

Del resto l’ultimo sondaggio di Nbc dà il moderato ‘Mayor Pete’ e il ‘socialista’ Bernie avanti anche in New Hampshire, dopo l’affermazione in Iowa. Ad essere preso di mira nella serata di Manchester è stato soprattutto Buttigieg, che si è dovuto difendere prima dagli attacchi di Biden, a cui vorrebbe sfilate il posto di candidato moderato, poi proprio da quelli di Sanders, che ormai lo vede come il vero avversario sulla strada della nomination. Anche se resta l’incognita di un Michael Bloomberg pronto a scendere in campo a partire dal Super Tuesday del 3 marzo.

Biden, 77 anni, ha messo sul piatto la sua enorme esperienza contrapponendola alla carriera dell’ex sindaco: troppo giovane per candidarsi allo Studio Ovale. “Non possiamo risolvere le cose guardando sempre indietro”, è stata la replica di Buttigieg. E quando l’ex vicepresidente ha sottolineato come “le politiche del passato non sono poi sempre così male”, riferendosi soprattutto agli anni della presidenza Obama, ‘Mayor Pete’ non ha esitato: “Quegli obiettivi raggiunti sono stati fenomenali perché quello era il momento giusto. Ma ora dobbiamo confrontarci con questo momento, col presente. E questo momento è diverso”. Applausi.

Poi è andato in scena lo scontro con Sanders, tra le due anime del partito. Buttigieg ha accusato l’avversario di portare avanti posizioni troppo estreme che dividono il Paese nel momento in cui deve unirsi per sconfiggere Donald Trump: “Dobbiamo cercare di unire più gente possibile – ha detto – mentre qui qualcuno sta dicendo che se non sei estremista sei fuori”. Sanders ha replicato così: “Il modo per tenere unita la gente è presentare un’agenda che funziona per i lavoratori di questo Paese, non per la classe dei miliardari”.

Mentre Buttigieg e Sanders battagliavano per il primato, Biden ha pensato bene di fare harakiri con un’ammissione che a pochissimi giorni dal nuovo voto ha lasciato tutti a bocca aperta, riconoscendo di aver preso una batosta in Iowa e aggiungendo che probabilmente sarà così anche in New Hampshire. Si rifarà in altri Stati, il suo ragionamento: sempre che, commentano molti osservatori, ce ne sarà ancora il tempo.

Due i momenti di grande unità della serata. Quando Biden ha chiesto e ottenuto dalla platea la standing ovation per i funzionari cacciati da Donald Trump perché hanno testimoniato nell’inchiesta per l’impeachment. E poi quando Sanders si è elegantemente rifiutato di commentare le malevole critiche nei suoi confronti di Hillary Clinton (“Bernie non piace a nessuno”) e l’ex vicepresidente si è avvicinato al senatore stringendolo in un abbraccio affettuoso.

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