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Usa paralizzati: ira Obama, “non cederemo a ricatti”

(Keystone-ATS) L’ora X è scattata. È l’ora della paralisi per il governo federale americano, che dalla mezzanotte e un minuto di martedì primo ottobre non è più in grado di far fronte a buona parte dei pagamenti della pubblica amministrazione, costretto a chiudere innanzitutto i servizi ‘non essenziali’: dai musei ai parchi nazionali, a gran parte delle attività delle agenzie federali, incluso la Nasa.

È uno ‘shutdown’ – come lo chiamano negli Usa – frutto di un’insanabile frattura politica tra repubblicani e democratici, che ha impedito al Congresso di varare la nuova legge di bilancio. E che ora rischia di mettere sul lastrico 800.000 lavoratori statali insieme alle loro famiglie.

Barack Obama è furioso. Parlando agli americani in televisione per la seconda volta in poche ore, indica nei repubblicani i responsabili di questa sciagura nazionale, definendo il loro comportamento irresponsabile e ingiusto, nonché dannoso per la ripresa economica, non solo degli Stati Uniti. Ma non è nulla al confronto di quello che potrebbe succedere se alla prossima scadenza cruciale, quella sull’innalzamento del tetto del debito, il Congresso fallisse di nuovo nel compito di trovare un accordo: in quel caso – mette in guardia Obama – “un default dello Stato vorrebbe dire chiudere, spegnere l’economia americana”.

Le parole del presidente contro chi ha impedito l’intesa sul budget sono durissime: siamo di fronte a una “crociata ideologica” di una fazione dei repubblicani in Congresso che, in nome di una rivincita per aver perso le elezioni presidenziali, “nega i diritti e i servizi a milioni di americani”: “Basta fermare l’azione del governo attraverso le crisi”. Il presidente si dice quindi “pronto” a riprendere le fila del dialogo per “riaprire il governo”. Ma ribadisce che non cederà ad alcun ricatto. Tradotto: “La riforma sanitaria non è sul tavolo del negoziato”. Perché è stata ancora la cosiddetta ‘Obamacare’ a far naufragare i tentativi in extremis di evitare lo ‘shutdown’: due testi approvati dalla Camera (a maggioranza repubblicana) sono stati bocciati dal Senato (a maggioranza democratica) perché prevedevano di rimettere le mani sull’Affordable Care Act, entrato in vigore proprio oggi.

Il presidente ha già firmato una legge per assicurare che le forze armate e i dipendenti civili del Pentagono e del Dipartimento alla Difesa continuino ad essere pagati. Anche se i loro stipendi arriveranno in ritardo.

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