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USS chiede aumenti in busta paga fino all’1,5%

Un'immagine dell'odierna conferenza stampa dell'Unione sindacale svizzera (USS) a Berna. Keystone/PETER SCHNEIDER sda-ats

(Keystone-ATS) L’Unione sindacale svizzera (USS) rivendica per il 2017 aumenti salariali fino all’1,5%, di cui 0,5 punti quale compensazione per il previsto rincaro.

L’economia svizzera gode di buona salute, anche nei rami orientati all’esportazione e nell’industria delle macchine: buste paga più pesanti sono quindi assolutamente meritate, hanno sostenuto i vertici sindacali in una conferenza stampa a Berna.

La buona congiuntura nella gran parte dei settori, lo sviluppo della produttività e la crescita del costo della vita rendono necessari ritocchi verso l’alto per gli stipendi di tutti i dipendenti, ha affermato il presidente Paul Rechsteiner.

Il consigliere agli stati socialista sangallese ha parlato di un “momento ideale” per avanzare le rivendicazioni: proprio ieri infatti gli ultimi dati sulla crescita economica elvetica hanno mostrato che l’andamento è stato sorprendentemente positivo.

I consumi sono progrediti però solo in modo moderato: Daniel Lampart, capoeconomista dell’USS, afferma che proprio per questo “gli aumenti delle retribuzioni servirebbero”. Secondo l’esperto inoltre entro la fine dell’anno il rincaro tornerà positivo.

E per di più nel 2017 è previsto un incremento del 5% dei premi dell’assicurazione malattia, a cui si aggiungono i costi sanitari non coperti dalle casse. Per l’USS questo fattore da solo rende obbligatorio versare salari più elevati.

Importante, sempre secondo Rechsteiner, è che si torni agli aumenti generalizzati. Quelli individuali hanno fatto sì che gli stipendi più elevati siano cresciuti sopra la media: a farne le spese sono invece stati i collaboratori di lunga data e le fasce di reddito mediane.

Nel concreto l’USS chiede 80 franchi in più al mese nella costruzione, fra 100 e 150 nel comparto chimico-farmaceutico, l’1% nel commercio al dettaglio, fra 70 e 100 nell’industria delle macchine, fra 1,0 e 1,5% nel ramo sicurezza, l’1% per la Posta, l’1% per Swisscom e gli altri operatori telecom, almeno 100 franchi nei grandi gruppi editoriali e 50 franchi nelle librerie.

Contattata dall’ats, la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) ha scelto di non esprimersi ancora pubblicamente sulle rivendicazioni relative al settore della costruzione. E anche l’Unione svizzera degli imprenditori (USI) ha reagito in modo misurato, affermando che le situazioni vanno decise settore per settore. Dove c’è spazio di manovra per aumenti, questo va sfruttato, si legge in una presa di posizione pubblicata sul sito internet dell’organizzazione. Per l’USI però non spetta alle imprese compensare l’aumento delle fatture delle casse malattia: nel fissare i compensi le aziende si orientano all’andamento dei loro affari, non a fattori di costo esterni.

L’USS è la più grande organizzazione federativa dei lavoratori in Svizzera. Riunisce 16 sindacati, fra cui ad esempio Unia. Complessivamente sono rappresentati 380’000 membri.

A inizio agosto aveva presentato le sue rivendicazioni – che vertono su un aumento dell’1% – l’altra grande federazione, Travail.Suisse, a cui aderiscono undici sindacati.

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